Alla fine, è stato Clasico . Clasico sul serio. Ma è servito il minuto 92 per dare un volto adrenalinico a Barcellona-Real Madrid , quando Coutinho si divora il gol del pari e Lucas Vazquez corre più veloci di tutti sulla ribattuta di Ter Stegen , dopo il tiro di Asensio in puro contropiede.
Una grande emozione che ripaga quasi novanta minuti di fatica, equilibrio, difficoltà. In cui i blancos superano sostanzialmente in tutto i blaugrana: il colpo di Alaba, ecco, aveva già il sapore del KO catalano. E quando Aguero ha segnato il 2-1 finale al volo era semplicemente troppo tardi.
Hanno vinto i migliori
Hanno vinto i migliori. Per questo ha vinto Ancelotti . Carletto ha messo in campo una squadra solida, quadrata, brava a tenere e in particolare a proporsi in avanti con un peso offensivo più specifico e calibrato. Dall'altra parte si attendeva la grande risposta di Ansu Fati all'immensa fiducia del Barça: poca roba, e tutta fumosa. Al contrario di Benzema, in meraviglioso spolvero e vivo, attivo, in grado di cambiare il fronte offensivo e la sua imponenza.
Oh, bene anche Vinicius . A tratti pure Rodrygo . Un trio che ha costantemente messo in apprensione la fragile difesa blaugrana (a parte Piqué: monumentale) e non è un caso che un errore in uscita inneschi la ripartenza del Madrid, brava a svariare da un fronte all'altro, quindi a concludere con Alaba . Di professione centrale. In un'altra vita un cecchino clamoroso. Il suo sinistro è potente, preciso, al limite della perfezione se in fondo una perfezione esiste sul serio. E' stato il primo squillo del Real, nessuna risposta da parte del Barcellona.
Il Barcellona arriva al novantesimo
Tentativi scialbi, piccoli, quasi indifferenti per quei blaugrana svuotati di idee e con fantasmi ben più pesanti. Se Alaba non ha fatto rimpiangere un totem come Sergio Ramos, il primo Clasico ha avuto il vuoto di un dieci su sponda catalana: Ansu Fati non è Messi, non ancora, e mentre tutto crolla si fa di lato per evitare guai peggiori, senza farsi vedere. Il tempo è dalla sua parte, e in fondo ha aiutato tutti. Pure Koeman, che subito dà brio con Coutinho e che nel finale ha avuto in campo cinque attaccanti. Risultato: tasso di pericolosità aumentata in maniera impattante. Ma cosa vuol dire se Piqué diventa l'unica torre in grado di fare la differenza?
Proprio dal centrale è arrivata l'occasione chiave, ben oltre il novantesimo: il tocco dentro - suo e di Coutinho - non è arrivato per centimetri e sul capovolgimento di fronte Vazquez ha permesso ad Ancelotti di allargare le braccia e stringere i pugni. Era il segno di vittoria, sporcato solo in parte dall'ennesimo tentativo esterno e dal tocco al volo e vincente del Kun Aguero .
Sembra un segno del destino, o comunque un'istantanea perfetta: il Barcellona è arrivato troppo tardi , basandosi solo sulla forza dei nervi, quando il tracollo è ormai controfirmato dal risultato. Segno che il problema è ben più profondo di una semplice mancanza di risultati.