Quante volte, soprattutto negli ultimi anni, si è sentito parlare di resilienza. Un termine oramai abusato. Spesso fuori luogo. Che, letteralmente, significa saltare indietro.
Quello che fa oggi Pepito Rossi. Un balzo indietro. Di categoria, prima di tutto, perché il suo nuovo palcoscenico sarà la Serie BKT. E nel passato, per provare a ricordare il suo immenso talento prima che gli infortuni lo tartassassero. Per rimettere in campo quelle capacità che lo hanno tramutato, solo potenzialmente, in uno dei migliori attaccanti italiani di sempre.
La firma con la Spal
Joe Tacopina ha scelto di credere in Pepito. Un Pepito d'oro per Ferrara e per la Spal, che naviga in acque non cristalline in Serie BKT (15esimi, a 14 punti, con una sola vittoria nelle ultime 7 giornate).
Un piccolo periodo di test di qualche settimana dopo tanti allenamenti, da svincolato, con i suoi personali preparatori atletici. Poi l'amichevole che ha convinto i biancoazzurri e che ha fatto mettere nero su bianco il contratto fino al 30 giugno 2022. Un secondo test, in sostanza, di 8 mesi, per capire se il matrimonio potrà proseguire o se, ancora una volta, il fantasma degli infortuni si rimaterializzerà.
Le parole di Tacopina
"Giuseppe Rossi è il mio grande progetto: in amichevole ha fatto un gol pazzesco - ha dichiarato Tacopina -, sarà pronto poco per volta. In Serie B nessuno ha le sue stesse qualità. Ci farà fare un balzo in avanti".
Una carriera di rimpianti
Troppi infortuni, troppi rimpianti. Se e ma, che hanno frenato una carriera brillante. Basterebbe pensare alla chiusura della trattativa con il Bayern Monaco, saltata per l'infortunio arrivato quasi in contemporanea all'accordo tra il suo procuratore e i bavaresi, per capire quante (troppe) volte il destino si sia accanito contro Giuseppe. Che col calcio ha avuto un rapporto speciale, nonostante tutto.
Lui, nato a Teaneck, New Jersey, e cresciuto sempre lì, negli Stati Uniti, tramortito dall'amore per questo sport (che in quella zona del mondo non è considerata così affascinante) grazie al papà Fernando, che in lui aveva visto sin da subito una scintilla di magia.
Gli infortuni più importanti di Pepito Rossi
Squadra e anno | Infortunio | Durata |
Genoa 17/18 | Infortunio alla coscia | 2 mesi circa |
Celta Vigo 16/17 | Rottura legamento crociato | 200 giorni circa |
Fiorentina 14/15 | Problemi muscolari | 2 mesi circa |
Fiorentina 14/15 | Rottura legamento collaterale mediale | 250 giorni circa |
Fiorentina 13/14 | Infortunio legamento crociato | 120 giorni circa |
Villareal e Fiorentina 11/12 | Rottura legamento crociato | 2 anni circa |
Le esperienze precedenti in Italia
Cresciuto calcisticamente nel Parma fino a 17 anni, quando un certo Alex Ferguson lo porta allo United, ammaliato dalle sue doti. Ottima partenza, ma la troppa concorrenza e un prestito al Newcastle fanno scendere l'entusiasmo. Si torna così a Parma.
Coi ducali esplode con 9 gol e 4 assist in 19 sfide: è l'arma di Ranieri per la salvezza. Il passaggio in Spagna, al Villarreal, è storia: lì resta fino al 2013. Poi è la Fiorentina a riportarlo in Serie A: tanti infortuni, ma anche la stagione da urlo del 2013/14 con 16 gol in 21 partite.
Levante, Celta Vigo, Genoa e l'MLS le ultime tappe di carriera fino allo svincolo del gennaio 2021.
La nuova vita a Ferrara
Ora Pepito ci riprova. Conclusasi l'esperienza in Mls con il Real Salt Lake City, la vita gli ha fatto fare un'altra deviazione in Italia. A 34 anni, un'ultima chiamata per capire se è tempo davvero di smettere o se si può ancora continuare a "dargli contro", a questa sfortuna maledetta.
Perché resilienza indica quella capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi. Pepito, però, si è rotto. Ma si è sempre ricucito. Lui è andato oltre la resilienza, e non vuol mollare proprio ora. Per prendersi la sua rivincita.