Ancora punti persi. Ancora contro una squadra medio-piccola. La Juve non riesce proprio a superare le prove di maturità: semplicemente, anche a Venezia si scontra con i propri limiti e con una squadra che non molla un centimetro. Che dopo lo schiaffo di Morata si rialza col mancino di Aram. E che tiene duro, mettendo a segno una prova difensiva incredibile.
E' la serata di Aramu (ancora), ma è anche la grande rivincita di Caldara. Che per la Juve è passato, salvo poi essere subito ceduto al Milan con il ritorno di Bonucci in bianconero. Era una Juventus imbattibile, quella. Ed era una vita fa. In questa, la squadra di Allegri è debole e spuntata. E ha Dybala per infortunio dopo appena dodici minuti.
I soliti problemi e una prova enorme
Eppure, il primo tempo aveva deto una traccia diversa. La Juve non solo si era calata perfettamente nei panni "provinciali", quelli che si augurava il tecnico alla vigilia. Ma ha saputo creare occasioni, macinare gioco, provare a costruirsi palle importanti. Solo nel primo tempo sono arrivati 13 tiri, di cui 5 in porta. Niente: la palla non entra. Non con continuità. E puntuale arriva il blackout a inizio ripresa, così com'era accaduto a Salerno.
In quei 10 o 15 minuti di forcing del Venezia, è emerso tutto il timore della squadra bianconera, non più solida e perciò per nulla imbattibile. L'attacco dei veneti ha portato al gol di Aramu e soprattutto a una prova di quantità enorme da parte della squadra di Zanetti. A proposito, il tecnico ha parlato di "risposta". Davanti a un momento difficile. Dopo la batosta col Verona. "Abbiamo giocato da squadra e meritato il punto", sorride ancora Zanetti. Tenendosi stretto con fiducia il punto d'oro.