Un po' una sorpresa. Un po' una rivincita. Comunque, il Venezia batte la Fiorentina: al Penzo è 1-0 ed è un risultato ampiamente meritato. I veneti hanno disputato un primo tempo di altissimo profilo e il vantaggio è una dolce conseguenza di quanto prodotto.
Tutti ad attendere la reazione viola e la reazione viola proprio non c'è stata: quand'è arrivata l'espulsione di Sottil, è stato come se la squadra di Italiano avesse accettato anzitempo la serata amara.
Il momento chiave
Il gol lo segna Mattia Aramu, al secondo tocco vincente dopo quello al 'suo' Torino. Stavolta può esultare sereno e anche di più: questo è un sigillo importante su una gara già determinante, pure per Zanetti. A proposito: sceglie qualità e polmoni, Aramu è coadiuvato dalle gambe di Johnsen e soprattutto Henry, sempre più a suo agio in questo ruolo di perno centrale.
E' proprio suo l'assist per Aramu, bravo al 37' a chiudere i conti con un po' di inconcludenza: la giocata in profondità è giusta ed Henry è bravo a servire il dieci veneziano sulla corsa. Terracciano è già fuori dai giochi, il tap in è praticamente impossibile da sbagliare.
Fiorentina in difficoltà
Il colpo atterra la Fiorentina: non si rialzerà più. Eppure Italiano l'aveva schierata con l'idea di tenere palla, di sfruttare il giropalla e la qualità dei centrocampisti. A partire da Amrabat: serata da play, ma non va al massimo della vita. Nella ripresa, un paio di tentativi: il primo di Duncan, il secondo di Torreira. Poca roba. Anche per Romero, alla prima tra i pali del Venezia, che nel finale si salva con l'aiuto del palo sull'ultimo tentativo viola.
Infine: si nota parecchio l'assenza di un nome? Già, Vlahovic ha giocato, anche da titolare. Non solo non ha trovato il gol, ma la sua è stata una prestazione praticamente da dimenticare. Poca verve, poche occasioni, partita difficile per qualsiasi centravanti e la sua situazione un po' appesantisce il tonfo. In bocca al lupo per il futuro.
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