51 giorni, a partire da oggi, per riordinare le idee e dare eco al ruggito delle altre big in vista della ripresa del campionato: la rimonta Scudetto, per l'Inter così come per le altre pretendenti, non è ancora utopia. A rinsaldare le speranze di Inzaghi e squadra ci ha pensato una trasferta bergamasca più lucrativa del previsto. Il 3-2 del Gewiss Stadium ha permesso all'Inter di sciogliersi dalle catene di quel "male misterioso" - così lo definiva ieri Marotta - che portava sistematicamente a fallire il salto di qualità contro le altre grandi del campionato.
Il Napoli e le altre big: i nerazzurri hanno invertito la tendenza
In questo frangente, il rendimento prima della sfida con gli orobici era alquanto impietoso: 0 punti strappati contro Lazio, Milan, Roma e Juventus, a fronte di 10 gol subiti e solo 4 fatti. Un'impotenza incomprensibile e in controtendenza rispetto a quanto mostrato sul palcoscenico della Champions League, dove l'Inter aveva preso gusto nello strappare punti decisivi negli scontri diretti con squadre di pedrigree simile o addirittura superiore.
E allora ecco che la ribalta di Bergamo potrebbe trascinare con sè presupposti di riscatto e guarigione, se non fosse per quel lungo, lunghissimo corridoio di 51 giorni a separare il paziente nerazzurro dall'esame della verità. Esame che evidenzia il nome del dottore più scomodo tra tutti, il Napoli.
Il ritorno in campionato del 4 gennaio infatti, appaierà le squadre di Inzaghi e Spalletti. In prospettiva, è sia un bene che un male. Nei prossimi 51 giorni ogni squadra dovrà convivere con recuperi, ricadute, carenze atletiche da colmare ed energie da conservare. E se il rapporto di forza con i partenopei, attualmente a +11 sui nerazzurri, pare al momento schiacciare nettamente questi ultimi, da gennaio tutti ripartiranno da zero, o quasi. Perchè è anche vero che se l'Inter dovesse smarrire l'inerzia positiva ereditata dal trionfo sulla Dea e inciampare nuovamente a San Siro, la traccia che conduce allo Scudetto assumerebbe connotati più sfumati e incerti. I nerazzurri vanno incontro a un vero e proprio crash test, una botta a freddo che potrebbe sia inibire che corroborare speranze di rimonta.
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Difesa indecifrabile e... Dzeko: i grattacapi di Inzaghi
Lautaro e compagni dunque dovranno essere bravi a rimettere in campo i progressi mentali sfoggiati al Gewiss. Contro l'Atalanta infatti, i nerazzurri non si sono piegati davanti allo svantaggio e alle prime avversità, riacciuffando la gara grazie alla doppietta di Dzeko. Un'attitudine completamente diversa rispetto ai precedenti match persi con le big, in cui spesso l'Inter aveva dominato in partenza salvo poi sbandare, o ancora peggio auto-sedarsi, ai primi strattoni degli avversari.
Il sempre più mistico processo di guarigione dovrà passare per forza dal conio di una nuova forma mentis in difesa, fin qui colpevole di un rendimento troppo altalenante e particolarmente sbilanciato tra casa e trasferta. Anche a Bergamo le crepe di una retroguradia meno arcigna rispetto agli anni scorsi si sono viste tutte, e il Napoli di Osimhen e Kvara rischia di lacerare irrimediabilmente uno strato difensivo esile e spesso distratto. La crescita inoltre, passerà anche dalle scelte di Inzaghi là davanti: Edin Dzeko questo autunno è diventato quasi insostituibile.
Il bosniaco non solo ha provveduto al solito minuzioso lavoro di raccordo tra reparti e compagni, ma ha anche ritrovato una vena realizzativa che a 37 anni sembrava smarrita per sempre. Il ritorno in rosa di Romelu Lukaku dunque, non potrebe essere più scomodo. Il margine d'errore del belga, reduce da una prima parte di stagione a intermittenza, è sempre più risicato.