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Valentina Bergamaschi si racconta a DAZN: "Battere la Spagna ci ha dato emozioni uniche"

Lucia Anselmi
Valentina Bergamaschi si racconta a DAZN: "Battere la Spagna ci ha dato emozioni uniche"Getty
La capitana del Milan e perno dell'Italia di Soncin che ha battuto la Spagna campione del mondo in carica si racconta a DAZN.

È una vittoria destinata a restare nella storia quella conquistata dalle azzurre contro la Spagna , campione del mondo in carica dallo scorso agosto. Un 3-2 che permette alla Nazionale , guidata da Andrea Soncin , di puntare a consolidare il secondo posto in Nations League e a evitare così lo spareggio per il mantenimento della Lega A.

Un risultato difficile da immaginare non solo per la brutta pagina scritta ai Mondiali , ma anche per la presenza nel girone di due corazzate come la Spagna e la Svezia , al primo posto nel ranking FIFA. Le azzurre, però hanno sovvertito ogni pronostico dimostrando di aver imboccato la strada giusta per il prossimo Europeo del 2025 in Svizzera.

È proprio contro quest’ultima che l’Italia si giocherà il secondo posto domani sera alle 19 al Tardini e a raccontarci le emozioni e la preparazione che precedono questa sfida è Valentina Bergamaschi , difensore della Nazionale e capitana del Milan .

Valentina che emozioni avete provato quando al triplice fischio il tabellone segnava 3-2 per l'Italia?

Credo siano state emozioni veramente uniche. Ci tenevamo a vincere questa partita a casa loro da gruppo unito e penso che si sia vista caratterialmente quella che è la vera Italia soprattutto nel secondo tempo quando siamo andate a ribaltare la partita. Sono state sensazioni indescrivibili, la cosa che mi è rimasta impressa è quando all’ultimo gol ci siamo tutte abbracciate e ci siamo dette ce la stiamo facendo e così è stato. Penso che sia stata una grande scossa positiva per tutta la squadra in vista della partita di domani sera.

Cosa significa per la Nazionale questa vittoria contro la Spagna campione del Mondo?

È innegabile che sia veramente bellissimo ed emozionante vincere contro le campionesse del mondo in carica, insomma sono le più forti. Speriamo di poter continuare su questa scia positiva, che ci porti tante soddisfazioni e soprattutto tanta crescita sia dal punto di  vista della squadra sia da quello individuale. Sono partite come queste che ci fanno progredire perché ci fanno confrontare con quello che è il livello del calcio internazionale che non è mai scontato ed è molto elevato. Per questo match di questa portata e gironi come il nostro sono importanti perché ci spingono costantemente a crescere e migliorare.

Valentina BergamaschiGetty

Cosa vi siete dette con le compagne e come avete festeggiato?

Con le compagne prima della gara ci siamo dette di rimanere unite qualsiasi cosa ci fosse capitata, dato che comunque giocavamo contro le campionesse in carica, e di dare tutte noi stesse. Ci siamo promesse che ci saremo state l’una per l’altra qualsiasi cosa ci fosse successa in campo. Come abbiamo festeggiato? Molto umilmente, ci siamo lasciate andare un po’nello spogliatoio perché dobbiamo rimanere concentrate per la sfida di domani sera che ci deve spingere a consolidare il secondo posto.

Dal suo arrivo sulla panchina azzurra fino a oggi com'è cresciuto il rapporto con il ct Soncin e quanto vi sta dando nel vostro percorso formativo?

Abbiamo cambiato diverse metodologie di allenamento, ci stiamo confrontando continuamente e credo che in campo si sia vista un’Italia diversa anche dal punto di vista caratteriale. Lui ha imparato a conoscerci e noi abbiamo fatto lo stesso sia con lui sia con il suo staff creando una bella alchimia che penso ci porterà a toglierci tante soddisfazioni non solo a partire da domani sera, ma anche in quello che sarà il percorso in vista dell’Europeo .

Adesso vi aspetta la sfida con la Svizzera, una squadra che come l'Italia ha da poco cambiato la guida tecnica e che è reduce da una vittoria contro la Svezia, prima nel ranking Fifa, come vi state preparando e cosa vi aspettate dalle vostre prossime avversarie?

Mi è piaciuto molto il discorso che ci ha fatto il mister nei giorni scorsi che ha voluto che fossimo tutti insieme, noi e lo staff, perché è un modo per darci carica ed energia positiva in vista del match. Anche la Svizzera arriva da una vittoria non scontata e bellissima contro la Svezia e ha cambiato da poco allenatore quindi ha sicuramente voglia di dimostrare e di venire a fare punti in casa nostra. In questi giorni, però, abbiamo recuperato e stiamo recuperando tutte le energie necessarie per affrontare una grande partita davanti al nostro pubblico a Parma.

Quanto sarebbe bello poter festeggiare un eventuale successo con la Svizzera in un Tardini tutto esaurito?

Abbiamo bisogno dei nostri tifosi, poter coronare questo sogno con loro e festeggiare insieme sarebbe qualcosa veramente emozionante. Perciò mi rivolgo direttamente a loro: continuate a seguirci, abbiamo bisogno del vostro tifo, perché siete la nostra arma in più.

Valentina Bergamaschi, capitano del Milan Femminile

Nel tuo curriculum ci sono 57 presenze e 8 gol in azzurro, cosa significa per te vestire questa maglia e alle più giovani cosa ti senti di consigliare nel loro percorso di avvicinamento alla Nazionale?

Vestire questa maglia è un grande motivo d’orgoglio e sono sempre molto felice così come lo sono le mie compagne perché credo sia l’apice di ogni calciatrice arrivare a indossare la maglia azzurra e giocare per il proprio Paese. Alle più piccole dico inseguite e coltivate questo sogno, dovrete fare tanti sacrifici. Non saranno sempre giorni positivi, ma ci saranno anche quelli negativi e io purtroppo ne so qualcosa, però l’importante è non arrendersi mai e credere sempre in quello che si fa per raggiungere grandi obiettivi. Questo è un sogno che avevo nel cassetto e sono felice di poterlo vivere tutt’ora.

Oggi hai 26 anni e sei la capitana del Milan, ma facciamo un passo indietro se ti guardi alle spalle e pensi alla Valentina che a 9 anni giocava a calcio nel Caravate in una squadra prevalentemente maschile cosa provi e cosa diresti alla te bambina?

Innanzitutto che ce l’ha fatta, perché giocare a calcio era ciò che sognavo da bambina. Ho provato a fare tantissimi sport, tra cui danza classica e ricordo che dopo il primo saggio mia madre mi disse “Valentina forse è meglio che cambiamo sport”. Poi purtroppo mi sono ammalata, ho subito un intervento a un polmone e ho scelto di dire ai miei genitori di voler giocare a calcio. Ho sempre inseguito questo sogno passando proprio da quei giorni sui campi del Caravate a indossare oggi la fascia da capitano del Milan e a vestire la maglia azzurra, la più importante per una calciatrice.