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Tokyo 2020

The Butterfly Effect: Irma Testa scrive la storia della boxe femminile azzurra

The Butterfly Effect: Irma Testa scrive la storia della boxe femminile azzurraDAZN
La 600esima medaglia della storia dell’Italia alle Olimpiadi arriva grazie al bronzo di Irma Testa nella categoria pesi piuma (57 kg), capace per la prima volta di portare la boxe femminile italiana sul podio della manifestazione

Andiamo al contrario. E partiamo dalla vittoria della filippina Nesthy Petecio su Irma Testa per raccontare l'impresa dell'azzurra a Tokyo. Prima la notizia "cattiva", poi quella "buona". La “cattiva”, appunto, è che la corsa dell’atleta campana si è stoppata in semifinale all'Olimpiade contro la campionessa del mondo, dopo un avvio che aveva fatto ben sperare. Ma quella buona è che il k.o. non ha tolto una meravigliosa e meritatissima medaglia di bronzo dal collo della classe ’97 di Torre Annunziata, la prima della storia della boxe femminile italiana. Un match dove in realtà c’erano già due vincitrici: le due si sono infatti affrontate sapendo che per la prima volta avrebbero, a prescindere da tutto, portato sul podio delle Olimpiadi i colori delle loro nazioni. Un duello dove parlare di sconfitta, insomma, è del tutto sbagliato. Irma “si accontenta” di un bronzo nei pesi piuma, che però è già storia, lasciando fuori dal ring la parola delusione.

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LA STORIA DI IRMA

Una storia, quella di Irma, che nel 2019 Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman hanno raccontato in maniera intima e delicata in una pellicola di circa 80 minuti: “Butterfly”, farfalla, soprannome di Irma, è un ritratto introspettivo di una ragazza che sacrifica anni della propria giovinezza per inseguire un obiettivo che, a Rio 2016, fallisce relativamente in fretta per via dell'eliminazione contro la campionessa del mondo del momento, Estelle Mossely. “Le corde rappresentano una prigione. Quando ti mettono alle corde ti manca il fiato, sei rinchiusa – racconta l’atleta in una scena del film -. Ma per me è anche vero che stare troppo lontano dal ring fa lo stesso effetto…”.

E rivedere oggi quelle immagini avvalora ancora di più il significato di questa medaglia. Un traguardo raggiunto dopo aver toccato il fondo, affrontato le proprie fragilità, ed aver riscoperto sé stessa. Perché essere Irma non è facile. Lei, che da sempre ha lottato prima di tutto fuori dal ring, in una città che sembrava avesse poco da offrirle e con una mamma sacrificatasi totalmente per mandare avanti la famiglia in totale solitudine. Fino all'incontro con il maestro della Boxe Veusviana, Lucio Zurlo, che si tramuta in un istante nel padre adottivo di una Irma solo 12enne, prima ancora che nel suo allenatore. Lui che pochi giorni fa si è goduto i match di Irma al “Non Solo Caffè Reload” e che oggi si dice orgoglioso: “Ci ha fatto svegliare di notte regalandoci una gioia unica: tornare a Torre Annunziata con una medaglia era la sua promessa e l’ha mantenuta”. 

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TRAGUARDI ESEMPLARI

Le corde rappresentano una prigione: quando ti mettono alle corde manca il fiato. Ma stare lontano dal ring, per me, fa lo stesso effetto.

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ai mondiali femminili juniores. Campionessa europea due anni fa, nel 2019, Irma ha in bacheca anche un argento alle Olimpiadi Giovanili di Nanchino del 2014 e un bronzo nei 60 kg nel 2017 a Cascia, ai Campionati dell'Unione Europea. Nel docufilm però emerge uno dei trofei più importanti della ragazza campana: l'essere diventata un esempio per le future generazioni. Un modello da seguire per tantissime bambine e bambini che vogliono emulare la loro eroina e che vedono in questo sport un'occasione di riscatto.

UN BATTITO D'ALI

Poco importa alla fine dei conti la sconfitta 4-1 ai punti contro la filippina Petecio (nella categoria non è prevista una finalina dunque, arrivare in semifinale, significa medaglia certa). Circondata da quelle 16 corde che le hanno segnato la vita, Irma è salita nell’olimpo della boxe dopo aver ricostruito le proprie certezze. Lei, agile e leggera, come una farfalla, che ora vola come nessuna ha mai fatto. Avete presente l'effetto farfalla? Piccole azioni che generano enormi cambiamenti. Ecco. Chissà che questa "piccola" medaglia di bronzo non sia solo il battito d'ali che, dal Giappone, sarà presto capace di generare un uragano dall'altra parte del mondo. Magari in Francia, nel 2024, sempre circondata da quelle amate e odiate 16 corde...