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Jessica Rossi, una portabandiera d'oro nella fossa olimpica

Jessica Rossi, una portabandiera d'oro nella fossa olimpicaDAZN
Tokyo 2020 è la terza olimpiade di Jessica Rossi e «La bandiera sarà una cartuccia in più per mirare alla medaglia».

La scelta di affidare il Tricolore a Jessica Rossi, in testa con Elia Viviani alla parata italiana nella Cerimonia d’apertura di Tokyo 2020, è stata a suo modo una variazione sul tema: lei che, medaglia d’oro nel trap a Londra 2012, si fa fiera portavoce degli sport cosiddetti “minori” ai Giochi Olimpici, ma non fatevi sentire a chiamarli così.

Chi è Jessica Rossi

Jessica Rossi è nata a Cento, in provincia di Ferrara nell’Emilia Romagna, il 7 gennaio 1992, e a 99 s’è fermata vent’anni dopo: 99 piattelli (su cento) colpiti dalla fossa olimpica del Royal Artillery Barracks. Erano i Giochi di Londra 2012, fu record del mondo e medaglia d’oro.

Carriera

Tiratrice a volo delle Fiamme Oro, Jessica Rossi vive dall’età di quattro anni a Crevalcore (Bologna), dove ha imbracciato il fucile a 13 anni con il porto d’armi di mamma Monica per la passione di papà Ivan. Così precoce in una disciplina dall’età più tardiva, che diciassettenne vince in serie il Campionato italiano, europeo e mondiale. A vent’anni, Jessica partecipa e vince i Giochi Olimpici di Londra 2012 con il punteggio record di 75/75 nelle qualificazioni e 24/25 in finale di trap femminile. L'anno dopo bissa il titolo mondiale a Lima e quello europeo a Suhl.

Dalla fossa olimpica di Rio 2016 esce sesta, ma l’anno seguente vince il suo terzo oro mondiale a Mosca e, compresi i titoli a squadre, il sesto europeo. Infine, nel 2019 ad Acapulco trionfa per la prima volta in Coppa del Mondo. 

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La regola del trap olimpico

Dall'Asaka Shooting Range, la fossa olimpica di Tokyo 2020, Jessica Rossi sparerà con il suo fucile sovrapposto Beretta DT11 a 100 piattelli lanciati dal basso verso l'alto davanti al tiratore, con le 15 macchine da getto nascoste alla vista, rendendone la traiettoria sconosciuta.

Sconfitte e riconquiste

Dice Jessica Rossi di Rio 2016, ovvero la sua unica “sconfitta” fra una doppia cifra di titoli internazionali: «Se Londra fu l’Olimpiade perfetta, a Rio arrivai con molte aspettative centrando la finale, ma lì mi sciolsi. A caldo la delusione fu immensa, tanto che meditai di fermarmi. A freddo invece, capii di avere ancora tanto da dare. Così a Tokyo scenderò in campo di tiro con l’obiettivo di salire sul podio e la bandiera sarà una cartuccia in più per mirare alla medaglia».

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Vita privata

A Jessica Rossi non piacciono le etichette e vale sempre il consiglio di non farla arrabbiare: «Quando il tiro a volo viene definito uno sport minore, odio sentire questa espressione perché ha lo stesso valore delle discipline olimpiche». Non sarà stato questo il motivo della rottura con l’ex-marito Mauro De Filippis perché anche lui è tiratore, anzi, a Tokyo 2020 gareggeranno insieme nel Mixed Team. Cento di questi giorni.

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