I dirigenti calcistici si dividono in due categorie. Quelli che immaginano in grande e quelli chiamati a realizzare i sogni. Dei presidenti, dei tifosi, di tutta una città. Joe Barone, per la Fiorentina di Rocco Commisso, è stato questo. L'uomo capace, con visione e impegno, di trasformare in realtà progetti ambiziosi che sembravano irrealizzabili.
È un'inclinazione che devi avere dentro, quella di pensare la cupola finita dove quasi tutti vedono ancora solo calcinacci. Vale per chi costruisce squadre di calcio, ancor di più in una città come Firenze che si nutre di bello. Contribuisce però, al saper realizare i sogni, vivere in prima persona l'american dream, l'aspirazione di una famiglia siciliana che attraversa un Oceano in cerca di realizzazione. Un destino che qualcuno intravede come comune. E che presto diventa intrecciato.
“Joe e io siamo figli di emigranti - ricordava il presidente viola Rocco Commisso nei giorni dell’inaugurazione del Viola Park -. Tutti e due siamo figli del sud, tutti e due abbiamo cominciato con il pallone. E il pallone ci ha dato vita".
Commisso è l'uomo che sogna. Fonda una compagnia nell'autorimessa di casa sua ed è convinto di poterla trasformare in un'azienda che fattura 2 miliardi di dollari. Barone è l'uomo che viene scelto, con responsabilità sempre maggiori, per trasformare quelli che nascono dream in qualcosa di simile alla reality. Vale anche per il calcio. I New York Cosmos, per mettersi alla prova. Poi la coppia sceglie Firenze. E Barone è per Commisso quello che Galliani è stato per il Milan di Berlusconi. Rocco sogna e indica una direzione. Joe sceglie un nuovo logo, lavora per un nuovo stadio, trasforma insomma l'immaginazione in fatto concreto.
“Dal primo giorno l'ho portato qui e gli ho detto: you're in charge, tu fai tutto - ricorda ancora Commisso -. E io ogni tanto mi metto nel mezzo. Ma se non era per Joe, questo centro sportivo non si faceva".
La gente che ha costruito il Viola Park, il suo risultato più tangibile, vi potrebbe raccontare che conosceva tutti i nomi degli operai del cantiere e che per loro aveva sempre una parola di incoraggiamento in più. Chi ha attraversato l'Oceano sa dar valore alla fatica, chi ha la visione sa unire impegno e bellezza. Barone indirizza infatti in questo senso il progetto sportivo, provando a tenere insieme lo splendore che piace a Firenze con la logica americana del business is business.
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È questo che lo porta a scegliere Vincenzo Italiano, uno che va oltre le convenzioni. Il gioco affascinante come mezzo per il risultato. E conta il giusto se la Fiorentina di Commisso e Barone non ha ancora coppe in bacheca. Il progetto - e i mezzi impiegati per realizzarlo - sono già nella memoria collettiva.
Firenze non dimentica chi si è impegnato ogni giorno per difenderla: è stato così per Davide Astori. E sarà così per Joe, che se n'è andato troppo presto per vedere tutti i progetti viola realizzati. Ma c’è chi continuerà a correre per far volare alti i suoi sogni. E trasformarli in realtà.