Oluwafikayomi Oluwadamilola Tomori e Pierre Kazeye Rommel Kalulu Kyatengwa. La strana coppia di difensori centrali del Milan, che a Napoli per la prima volta è scesa in campo insieme dal primo minuto, rischia di non essere più solamente l'incubo dei telecronisti di tutto il mondo.
Tre quarti di gara in Coppa Italia contro l'Inter di Lautaro e Dzeko, poi i novanta minuti del Maradona contro il Napoli di Osimhen: avversari pericolosi e annullati che hanno fatto puntare i riflettori sui due centrali del Milan di Pioli anche e soprattutto per il modo e il coraggio di difendere a campo aperto.
Se per Tomori, di fatto, si è trattato di una conferma della qualità difensiva, la consacrazione in un palcoscenico importante è stata quella di Pierre Kalulu, classe 2000 arrivato praticamente gratis dal Lione senza mai esordire in prima squadra e passato in pochi mesi da soggetto misterioso a piccola certezza.
Kalulu sorprendente certezza
La prestazione di Kalulu al Maradona non è passata inosservata nel successo 1-0 del Milan nel big match. "Sorpresa lo è stato in passato - ha dichiarato subito dopo la partita Marco Parolo in Sunday Night Square -, ma a Napoli Kalulu è stata una sorpresona vista la qualità con cui ha difeso a campo aperto contro Osimhen. Lo ha accorciato nei tempi giusti e con personalità. Con Tomori formano un'ottima coppia".
Qualità che nemmeno a un difensore campione del mondo come Andrea Barzagli sono passate inosservate: "Questo tipo di difensore, come sono Kalulu e Tomori, stanno avendo grande risalto perché il campionato italiano è cambiato. Ora si tende molto a lasciare l'uno contro uno e marcare a uomo a tutto campo. Se hai difensori forti e veloci è una qualità in più da sfruttare".
Un difensore moderno scuola Lione
Lo stesso Kalulu, timido ma senza paura, ha spiegato la sua formazione a livello difensiva nelle giovanili del Lione: "Difendere in maniera moderna l'ho imparato da piccolo - ha raccontato in una recente intervista -. Al Lione non giocavo mai tutto l'anno da centrale, ma un po' in tutti i ruoli di difesa perché l'allenatore voleva farci diventare completi sfruttando velocità, tecnica, tattica con o senza palla. Sono cresciuto, ma posso fare molto meglio in tanti aspetti".
Due difensori "europei" per il Milan
Nel calcio di oggi la capacità di reggere l'uno contro uno in varie zone del campo è sicuramente un punto di forza da valutare. Paolo Maldini, dirigente del Milan che Kalulu e Tomori è andato a prenderli un po' a sorpresa venendo ripagato dai fatti, lo aveva dichiarato in tempi non sospetti: "Giocatori così ti permettono di difendere svariati metri più avanti, accorciando la squadra e aumentando la pressione sull'avversario. Cerchiamo un difensore capace di difendere uno contro uno e a campo aperto" aveva commentato in un'intervista a DAZN quando ancora la ricerca non aveva prodotto ingaggi sicuri.
La spiegazione l'ha data Barzagli in Sunday Night Square: "A livello internazionale c'è sempre stato questo tipo di giocatore - ha ricordato -, ma da sempre i difensori più forti del mondo sono quelli che reggono l'uno contro uno. In Italia abbiamo sempre difeso un po' più indietro, con grandissimi campioni ma ragionando più come reparto. Certo poi avere Cannavaro o Nesta che nell'uno contro uno facevano la differenza era un'altra storia".
Il Milan ha scelto di puntare su questo tipo di difensori: "Kalulu è un difensore europeo come Tomori, perché all'estero difendono sempre come ha difeso il Milan contro il Napoli e questo ne esalta le caratteristiche". Se giocasse in squadre estere si parlerebbe di Kalulu, classe 2000, come di un prospetto da svariati milioni di euro di valore.
Tomori e Kalulu: meno tattica più istinto
Seppure abbiano giocato insieme una sola partita dal primo minuto è il modo di difendere dell'inglese e del francese che ha sorpreso. In coppia hanno funzionato contro la forza degli attacchi di Inter e Napoli, difendendo negli spazi soprattutto al Maradona.
"Tempo fa a un difensore proveniente dall'estero gli insegnavano a pensare - ha commentato Barzagli -, per leggere prima certe situazioni. Solo che questa caratteristica o ce l'hai innata o fai fatica, e da lì arrivavano gli errori. Col gioco di adesso i difensori bravi nell'uno contro uno ci sguazzano e si esaltano, mentre paradossalmente il difensore più pensante fa fatica".
Come cambia il Milan con Kalulu e Tomori
La cosa che balza subito all'occhio è il baricentro della squadra. Non si sposta di molto in avanti, perché Pioli nel suo Milan ha impostato una squadra alta a prescindere dagli interpreti, cercando di aggredire alto l'avversario, ma nella sfida contro il Napoli la costanza con cui i rossoneri hanno lasciato tutta la metà campo libera a Osimhen da attaccare in profondità ha fatto clamore.
Kalulu e Tomori, alternandosi chi nel contrasto diretto sul giocatore e chi coprendo lo spazio alle spalle, hanno annullato Osimhen prendendosi anche il rischio di grandi corse a campo aperto in velocità, quasi sempre portate a termine. Così il Milan cambia con loro due in campo anziché con un giocatore più tattico come Romagnoli o Kjaer, seppure con le caratteristiche giuste per integrarsi alla perfezione.
Squadra più alta significa squadra più coraggiosa e aggressiva, pronta a sfruttare gli spazi nella difesa avversaria in fase di uscita.
I numeri di Kalulu e la strigliata di Ibrahimovic
L'avventura da difensore centrale di Pierre Kalulu al Milan era persino iniziata con una strigliata che oggi, diversi mesi dopo, viene raccontata col sorriso dallo stesso interessato.
Arrivato in rossonero dalle giovanili del Lione da svincolato, senza mai peraltro esordire in prima squadra pur essendone il capitano, e giocando da terzino destro, oggi è diventato una certezza del Milan ed è pronto a firmare il rinnovo fino al 2026 con ingaggio raddoppiato.
Il debutto risale al 10 dicembre 2020 in Europa League a Praga nell'1-0 contro lo Sparta: clean sheet e complimenti da parte di tutti, ma non da Ibrahimovic che gli fece togliere i guanti nonostante il freddo ceco: "Così non metti paura agli avversari! Che figura ci fai?". Detto, fatto, da quel momento non li ha più messi e ora, a prescindere da tutto, il suo nome fa un po' più paura anziché abbozzare sorrisi per il cognome un po' così.
Kalulu significa verticalità
Giocare a San Siro con una tifoseria esigente come quella del Milan senza aver addosso la pressione dei pregiudizi è già un grande successo per Kalulu. Nessuno, oggi, trema al pensiero di vederlo in campo anche in partite importanti, anzi. Il giovane francese è diventata una certezza forse anche più di blasonati colleghi.
Profilo basso, duro lavoro e quel pizzico di incoscienza stanno accompagnando Kalulu nella crescita in Italia, ma sono i numeri a parlare chiaro.
Il suo gioco è fatto di verticalità, una volta recuperato il pallone il primo pensiero è quello di ripartire alternando corse palla al piede negli spazi, spesso in seguito a degli anticipi sul diretto avversario, a passaggi in avanti. Anche contro il Napoli il 61% dei suoi passaggi sono stati fatti in verticale contro una media del ruolo del 39%.
In 18 presenze con la maglia del Milan in questo campionato, Kalulu è stato dribblato solo 3 volte dall'avversario, meno di ogni altro difensore rossonero con una media di 0.17 a partita. In più la sua presenza si fa sentire anche dal punto di vista fisico: il francese ha vinto 19 tackle in questa Serie A TIM, meno solo di Tomori, e contro il Napoli ha vinto 4 duelli, più di ogni altro giocatore di movimento.
In cosa può migliorare Kalulu
A 22 anni non ancora compiuti il percorso di crescita di Pierre Kalulu è solo all'inizio. Anche in questa stagione delle imprecisioni a livello difensivo sono costate dei gol al Milan e anche qualche punto, come contro lo Spezia, ma il tempo è dalla sua parte.
"Deve migliorare in quelle letture di marcatura pura - ha sottolineato Parolo in Sunday Night Square -, soprattutto negli spazi stretti. Quando non deve difendere spazi ampi di campo può migliorare".
Tomori è la certezza della difesa del Milan
Anche l'arrivo di Tomori in prestito dal Chelsea nell'inverno del 2021 fu accolto con scetticismo dagli addetti ai lavori, ma la dirigenza rossonera su Fikayo ha sempre avuto le idee chiare tanto da investirci 28 milioni di euro in estate per riscattarlo. Il suo modo di difendere fa la differenza, in campo e nei numeri.
Regge fisicamente e sa giocare tecnicamente, ma soprattutto permette a Pioli di tenere la squadra molto più avanti.
Anche Tomori come Kalulu gioca molto in verticale, lo ha fatto anche a Napoli con 20 verticalizzazioni contro la media di 16 del ruolo, recuperando ben 8 palloni più di ogni altro giocatore di movimento in campo.
Con l'inglese in campo i clean sheets sono stati 7 per i rossoneri e i contrasti vinti da Fikayo sono 25, più di ogni altro collega di reparto, a sottolinearne la forza fisica e l'impatto.
Tomori però è bravo anche a leggere le azioni in anticipo: sono 33 gli intercetti in questo campionato, almeno 8 in più di ogni altro difensore di Pioli, con 103 palloni recuperati.