Nuovo anno, nuovi obiettivi. E probabilmente, anche nuovi allenatori. Non mancano quelli attualmente liberi: chi con un cv decisamente prestigioso, altri in cerca di rilancio dopo alcune esperienze poco esaltanti, alcuni in serena attesa, senza fretta e pressione di tornare in panchina in tempo brevi. Tra gli altri, oltre a Zidane, Low, Flick e Potter, anche Antonio Conte: probabilmente l’uomo più atteso e ricercato (anche in Italia) in vista della prossima stagione.
L’ultima squadra allenata è il Tottenham, ma dopo la risoluzione del contratto ufficializzata lo scorso 26 marzo ha deciso di aspettare: in primis un incarico dall’inizio, con la possibilità di progettare il lavoro e coordinare il mercato (dal punto di vista della strategia, ancor prima dei nomi). Subentrare non fa parte del suo dna, ultimamente l’eccezione è proprio l’esperienza con gli Spurs: ecco spiegato il motivo per cui recentemente ha declinato la proposta di De Laurentiis, che dopo l’esonero di Garcia ha puntato con forza sull’ex c.t. della Nazionale. Nulla da fare: Conte, almeno fino a giugno, non tornerà in pista. I prossimi saranno mesi dedicati alla famiglia (che vive a Torino), al contempo un periodo in cui ascolterà e valuterà le offerte che arriveranno, analizzando il tipo di progetto. E si sa: laddove c’è un qualcosa da ricostruire, Antonio ha dimostrato di sapere fare la differenza.
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L’ITALIA NEI DESIDERI?
Chi lo conosce, parla di un allenatore con una certa voglia di tornare in Serie A TIM. Per lui l’estero ha sempre avuto un appeal importante, in primis quella Premier League vinta nel 2016-17 con il Chelsea. Tuttavia, il desiderio di stare vicino ai propri cari batte tutto. Così l’Italia può essere in cima alla sua lista. E tanti saluti, per esempio, alla ricchissima Saudi Pro League. Il mercato entra in gioco: in modo anche affascinante con prospettive anche, se vogliamo, clamorose. Ma dopo averlo visto accettare e vincere con l’Inter, la storica rivale del Conte calciatore, capitano e bandiera della Juventus, diventa difficile sorprendersi di qualcosa.
In poche parole, in estate tutto potrebbe avere un senso. Per motivi differenti. Partendo proprio dalla “sua” Juve, per la quale parlano sia il campo sia l’extra-campo: nel primo caso c’è l’eccellente campionato disputato finora da Allegri, che risultati alla mano può allontanare le voci di un esonero (deciso, eventualmente, dalla società). Nel secondo ci sono le continue critiche nei suoi confronti, che spiegano di un popolo bianconero scontento per le prestazioni della squadra e un gioco più concreto che estetico. Chissà, quindi, che non possa essere proprio Massimiliano a salutare, magari con un pass per la prossima Champions League oppure, addirittura, con uno Scudetto. Tempo al tempo.
TRA ALLEGRI E MOURINHO
Discorso non troppo distante per la Roma, altro club accostato a Conte. Nelle scorse settimane Mourinho ha chiaramente spiegato di voler continuare, ma la dirigenza (per ora) non si è mossa per rinnovare un contratto che scadrà il 30 giugno 2024. E se lo Special One non venisse confermato? La sensazione è che tutto dipenda dai risultati, ciò che chiede la famiglia Friedkin prima di iniziare la trattativa. I giallorossi sono in corsa per i primi quattro posti in Serie A, stesso discorso per Europa League e Coppa Italia: tutto è in gioco, così José si giocherà la conferma.
E il Milan? I recenti rumors hanno messo in discussione Pioli, ma gli ultimi successi contro Sassuolo e Cagliari sembrano aver calmato gli animi di una tifoseria che iniziava quantomeno ad agitarsi. Inoltre, a differenza del portoghese, l’allenatore rossonero è legato da un accordo valido fino al 2025 e per romperlo servirebbe un accordo economico: RedBird non vorrebbe sprecare denaro per la buonuscita, ma anche in questo caso il piazzamento in Champions diventa fondamentale. E fino al termine del campionato, quella di Conte sarà una candidatura non banale dalle parti di Milanello.
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TUTTE POSSIBILI, INTER A PARTE
Infine, occhio (ancora) al Napoli. Cosa deciderà di fare De Laurentiis con Mazzarri, in panchina fino a fine stagione? Il suo ritorno è stato etichettato come quello di un “traghettatore”, ma se riuscisse a piazzarsi tra le prime quattro? E se superasse il Barcellona a febbraio negli ottavi di finale? Domande lecite, che la tifoseria del Maradona spera possano avere una risposta positiva: in questo caso, se decidesse di non confermare il tecnico toscano, il presidente azzurro non avrebbe problemi economici. Forse ne avrebbe dal punto di vista umano, perché salutare e ringraziare un allenatore in scadenza, ma capace di fare così bene non sarebbe semplice.
Se non per un profilo top, dallo status europeo: come nel 2013, quando scelse un certo Benitez al posto proprio di Mazzarri. Ecco, con Conte il discorso sarebbe simile (ADL, però, tornerebbe alla carica con chi ha già rifiutato il Napoli una volta?). Al momento, quindi, tra le big l’unica che sembra serena e soddisfatta con il proprio allenatore (Inzaghi) è l’Inter. Per il resto, tutte sono in corsa. E Conte aspetta, godendosi la famiglia e il tempo libero. Tempo libero che da giugno non ci sarà più: Antonio ha voglia di tornare protagonista, ha voglia di ricostruire come solo lui sa fare. Magari, proprio in Serie A.