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Parigi 2024

La rivincita di Filippo Tortu

La rivincita di Filippo TortuGetty
Il 23enne, primo in Italia ad aver abbattuto il muro dei 10 secondi nei 100 metri, ha percorso l’ultimo quarto di gara della 4x100: ha respirato forte, si è riempito cuore e polmoni di ossigeno e adrenalina, e ha chiuso una rimonta da sogno prendendosi la sua rivincita

Patta-Jacobs-Desalu-Tortu: una formula magica destinata a restare impressa più di un Wingardium Leviosa qualsiasi. Che sì, tra far volare qualcosa e mettere le ali ai piedi per diventare campioni olimpici non c’è tutta sta differenza. È pura e semplice magia.

La 4x100 azzurra a Tokyo è l’apoteosi di una Olimpiade che sta regalando autentici sogni all’atletica italiana. Una corsa a quattro per la decima medaglia d’oro della spedizione, un gioco di squadra che fa la storia, costruito sull’impresa di 4 ragazzi fantastici. Ma la storia di Tortu è davvero speciale.

La rivincita di Filippo

Il traguardo della 4x100

Sbagliato focalizzarsi su qualcuno in particolare, vero, ma ce n’è bisogno. Perché da oggi l’Italia è il Paese più veloce del mondo anche per ciò che ha compiuto Filippo Tortu. Lui che probabilmente, più dei suoi compagni, aveva qualcosa in più da riprendersi. Oscurato dal capolavoro di Jacobs, Filippo, ragazzo di cuore che ha sempre messo la staffetta in cima all’elenco delle sue gare preferite “perché si fa squadra”, si è preso la sua personalissima rivincita dopo un periodo non facile, fatto di tempi e risultati non all'altezza delle aspettative. Non è un caso che al termine di questa impresa storica abbia fatto fatica a parlare di sé, esaltando immediatamente al contrario un lavoro di squadra. Una gioia condivisa. Un sogno tramutato in realtà grazie a un super gruppo.

I 100 metri di Tortu

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Nato a Milano da papà sardo e mamma lombarda, Filippo, cresciuto a basket e calcio (è grande tifoso della Juve) è il primo italiano che è stato capace di sfondare il muro dei 10 secondi nei 100 metri. Quei 100 metri che oggi, dopo il testimone consegnatogli da Fausto Desalu, lo separavano da qualcosa di inimmaginabile. 

Il passaggio e la curva sono ottimi, Nethaneel Mitchell-Blake è al comando della gara, vero, ma Filippo non è poi così distante: "Quando sono partito ho visto che era lì vicino e ho pensato di stare rilassato e tranquillo perché sapevo che se l’avessi fatto l’avrei superato". Comincia così l'inseguimento all'inglese, leader momentaneo della 4x100. Una corsa fluida ma aggressiva. Gli occhi di Filippo guardano la distanza all'apparenza infinita tra sogno e realtà. Passo dopo passo il traguardo si avvicina, fino all'allungo finale. Quel collo spinto in avanti con ogni briciola di energia rimasta in corpo, per superare l'avversario della corsia 6 e conquistare un oro che è già storia.

Ha respirato forte, si è riempito cuore e poloni di ossigeno e adrenalina, e ha messo le ali ai piedi.

La consapevolezza ci mette un po' ad arrivare: "Ero più lucido mentre correvo che al termine della corsa: non ci credevo! Quando ho visto ITALIA sul tabellone sono impazzito".

Sul tetto del mondo

A 23 anni e alla sua prima Olimpiade (non era riuscito a 18 anni nel 2016 a raggiungere Rio), Filippo viene immortalato nell'eternità con una fotografia già iconica. In corsia 8, con la testa oltre il cuore, per superare Mitchell-Blake e con il testimone ben saldo nella mano sinistra. Filippo è sconvolto al termine della gara. Piange di gioia. Non si trattiene. 

Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Fausto Desalu, Filippo Tortu ci credevano nell’oro. Se lo erano detti prima di scendere in pista. "Perchè sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta", direbbe Al Pacino. 

Un centesimo che vale una vita

Il record azzurro della 4x100

37''50 contro 37''51. Un solo centesimo sulla Gran Bretagna per strapparle l’oro, al termine di una rimonta clamorosa. Tortu scopre solo nelle interviste post gara il gap: “Un solo centesimo?! Non ci credo!”.

Con questa 4x100 ecco scritto per il giovane talento azzurro un altro record. Lui che è abituato a certe cose. Dal primato nazionale da junior (10”24), passando per il famoso 9”99 del 22 giugno 2018 con cui decretò la fine del record di Mennea. Filippo è il detentore delle migliori performance azzurre under 18, under 20 e under 23 dei 100 metri piani, la specialità che l'ha visto campione europeo under 20 nel 2017 e vice-campione mondiale under 20 nel 2016. 

In quell'ottava corsia Filippo è tornato protagonista. E ora può piangere con lacrime di gioia che emozionano una nazione intera.