Il Real Madrid è una squadra ingiocabile. E lo vedi dall'atteggiamento. Da come Benzema si porta la palla sul destro e in un fazzoletto calcia, bacia il palo e segna il quarto gol.
Bellissimo e apparentemente pesantissimo, data la reazione di Sir Carletto: un bel 'Vaffa' generico, che riscalda ulteriormente una serata che sanisce il più otto dal Siviglia (con due partite da recuperare).
Bene: si chiedeva la risposta dopo il ko con il Getafe, e risposta è arrivata.
Anzi: è stata scaraventata ai tifosi e agli addetti ai lavori con quattro gol, uno solo subito su ribattuta da rigore dopo una super parata di Courtois, il totale di 49 gol segnati e la quindicesima vittoria in 21 partite. Non è poco. E' proprio tanto.
Un Real formato Benzema
A fare da padrone è sempre lui, è sempre Karim. Un tempo cavalier servente di sua maestà Cristiano Ronaldo, oggi accentratore unico di due frecce meravigliose come Asensio e Vinicius. Se c'è un fondamentale da allenatore in cui Ancelotti è imbattibile, si tratta proprio dell'equilibrio.
Aveva fatto la fortuna di Zidane nell'era delle Champions e dei titoli, sta facendo la fortuna anche di questo Madrid. Non impressionante come quello, ma di una solidità disarmante e divertente in parecchie notti per non farne una regola generale.
A proposito di Karim - doppietta, come Vinicius -: si tratta del ventiduesimo gol in 25 partite. E' la seconda volta, nelle ultime tre, che segna più di un gol. Soprattutto, è all'undicesima partita con gol (quindici se contiamo la Champions): quota 16 in 20 partite di campionato.
Un giocatore spaziale, sul quale Carletto ha avuto il semplice intuito di ricostruire. Perché Karim non è come gli altri: Karim ha imparato a servire, prima di goderne. E anche nel suo splendore, resta sempre al servizio del suo Real.