Un giorno così, tornato in trincea dopo una guerra vinta da fondo delle retrovie, Andrea Pinamonti l’inseguiva da molto. Nato a Cles, nella florida Val di Non del Teroldego e delle mele, è cresciuto nel Chievo ed è stato l’enfant prodige della primavera dell’Inter, squadra con cui ha debuttato in Serie A TIM il 12 febbraio 2017… Contro l’Empoli.
Inter, uno scudetto non fa primavera
Pinamonti ha segnato con tutte le maglie giovanili della Nazionale italiana, dall’Under 15 alla -21, e con le squadre in cui, sempre in massima serie, è andato a giocare in prestito: 5 gol al Frosinone e uguali col Genoa. La scorsa stagione ha pure siglato il suo primo gol con l’Inter - alla Sampdoria a fine campionato, a San Siro da campione d'Italia - ma non abbastanza per scuotersi di dosso quella fama di raccomandato: un ventunenne con lo stipendio da top-player, Mino Raiola come agente, la fidanzata modella eccetera eccetera.
Blindato da Conte come quarto e comunque indispensabile attaccante dietro a Lukaku, Martinez e Sanchez, Pinamonti aveva voglia di campo, di giocare e di segnare sebbene altrove, invece ha vinto uno scudetto in panchina prima di ripartire da capo.
Empoli di fine estate sulla via del gol
Andrea Pinamonti s'è trasferito in estate all’Empoli, ma nelle ultime ore di mercato: troppo tardi per scalzare Leonardo Mancuso, il bomber della promozione e subito in gol a Torino contro la Juventus, o Patrick Cutrone l'ormai viandante del gol.
Ma per chi ha saputo attendere un anno intero sulla via dei gol, la svolta da titolare era ormai nell’aria: il primo a fine settembre nel netto successo sul Bologna (4-2), gli altri lo scorso sabato alla Salernitana, travolta dall’Empoli in un tempo di Arechi (altro 4-2): un gol da centravanti puro, attaccando la porta sul filtrante di Bandinelli, l’altro su rigore alla sfrontata maniera del cucchiaio.
Cucchiaio, punto e a capo
Talento precocissimo, Pinamonti lo sentiamo nominare da molto tempo e mentre già le vane lingue della promessa mancata o del ragazzo viziato erano lì a sprecarsi, scopriamo che Andrea è solo il quarto dei nati dal ’99 ad aver segnato almeno 3 gol in Serie A TIM: gli altri sono Vlahovic, Brahim Diaz e Rafa Leao. Gli bastava una maglia da titolare. E non vedeva l’ora di rifare tutto da capo.