Quando senti il rumore del nemico, sta arrivando Frank Anguissa. Mentre ascolti i suoi battiti, la palla è già andata via. È nato a Yaoundé, in Camerun, il 16 novembre 1995 e cresciuto giocando a calcio sulle strade della capitale. Arance, palline da tennis, super tele e super santos. Lui ruba di tutto, nel senso che se ce l’hai contro, la palla è sua.
La palla è sua
La palla è sua, in direzione ostinata e verticale, netta come la sua carriera. Vero che al suo primo provino segnò in rovesciata, ma il gol non sarà il suo mestiere. Non veniva da una scuola calcio, ma fu subito evidente quale fosse il suo posto in campo. Lì nel mezzo, nel centro nevralgico della partita, dove si corre, si mena e si contrasta, in protezione di un regista e della difesa, al servizio della squadra. Dove il gioco si fa duro e cambiano le regole d’ingaggio.
Roger Noah, il presidente dell’AS Fortuna, convinse mamma Juliette a fargli fare il calciatore. Lei lo preferiva a scuola, il figlio ripagò lei e papà Louis di buona educazione, con impegno e disciplina. Brutale solo in campo, cortese fuori, Frank cresce al Cotonsport Garoua con le quantità che sfociano dai campi africani a quelli francesi.
L'educazione di mezzo
Ed è così che a diciott’anni, comincia la sua storia europea allo Stade Reims: «Ho dato tutto perché un giorno la mia famiglia, i miei amici, le mie persone possibile potessero essere felici. Fin da piccolo nella mia stanza, prima di addormentarmi, pregavo perché un giorno potessi rendere felice la mia famiglia», dice Frank ai tempi del Marsiglia, che lo sceglie nell’estate del 2015.
Sono gli ultimi giorni di Bielsa e i primi di un calcio di formazione per Frank Anguissa, che dopo 106 presenze francesi passa al Fulham. In Premier League migliorano i tempi di gioco perché lì in mediana si corre come in fascia. In Liga invece, al Villareal, il tempo è per impostare e Anguissa non si sottrae, anzi, anche i piedi sono garbati e arrivano pure 2 gol contro Valencia ed Eibar.
Luce a San Siro
Il Napoli lo prende in prestito l’ultimo giorno di mercato per rinforzare in centrocampo e altroché se ci riesce. Pochi lo conoscono, molti si stupiscono a vederlo smontare la mediana della Juventus, stravolgere le regie avversarie, dominare le partite con padronanza fisica, abilità tecniche, beni tattici.
Anguissa in una parola chiave è possesso e chi dice che non cattura gli occhi, non l’ha visto a San Siro contro il Milan, di lotta e governo contro Kessie, che sarà un suo prossimo avversario anche in Coppa d’Africa. Sono giocatori “ugualmente diversi” il Franck ivoriano e il Frank camerunese del Napoli che se voleva farsi perdonare qualcosa, incolpevole interprete del gol di Cutrone a Napoli, a San Siro è stato il migliore in campo nella visione di gioco. Di un match intensamente muscolare.
Non cattura gli occhi? Eppure Anguissa è un prototipo modernissimo di centrocampista "di classe diversa”, con certe doti di Vieira, Geremi, Essien, Kanté, Yaya Touré, Seydou Keita. Certi superbi padroni di forma e sostanza.