Non è il più giovane marcatore giallorosso in campionato perché un certo Francesco Totti segnò a 17 anni, in Roma-Foggia 1-1 del 4 settembre 1994, il primo dei suoi 307 gol monomarca.
Aveva 18 anni anche Alessio Romagnoli a segno in Roma-Genoa 3-1, del 3 marzo 2013, alla sua seconda gara da titolare.
C’è stato pure Stefano Okaka, il più precoce, in gol a 16 anni e 121 giorni, ma in Coppa Italia.
Poi Felix Afena Gyan, di gol alla terza presenza da subentrato, ne ha fatti 2 in 12 minuti, ma soprattutto è il primo marcatore classe 2003 della Serie A TIM.
Felix, la mamma in Ghana, Mourinho a cuore
Partiamo proprio dai suoi gol: il primo è un diagonale destro di prima intenzione calciato piattoincastonato all’incrocio da trenta metri
«Grazie mamma, ti amo, lei è ancora in Ghana. Le dedico il gol e lo dedico e ai miei compagni». Nato a Sunyani, in Ghana, il 19 gennaio 2003, Felix ha vissuto un’adolescenza povera, divisa fra studi e calcio all’EurAfrica Academy. Scoperto da Oliver Arthur, diciamo il Jorge Mendes del calcio africano, e voluto a Roma da Morgan De Sanctis, che a febbraio ha riservato ad Afena-Gyan (provinato a ottobre 2020) uno slot da extra-comunitario.
Nella primavera di Alberto De Rossi ha giocato poco, e segnato tanto (6 gol in 4 match consecutivi fra settembre e ottobre), perché Mourinho l’ha voluto presto in prima squadra, dicendo di lui dopo il debutto in Serie A TIM del 27 ottobre a Cagliari:
«Forse tecnicamente non è un fenomeno, ma è davvero molto bravo a segnare. E poi mi hanno colpito la sua fisicità e la sua umiltà. Spesso in queste nuove generazioni trovi ragazzi che pensano di sapere già tutto. Lui è l’opposto».
Stelle e stalle, scarpe e banane
Bene, Felix vive in convitto a due passi da Trigoria e guadagna 40mila euro. Le scarpe che gli ha promesso e regalato Mourinho per il suo primo gol in Serie A TIM costano invece 800euro e sono delle Balenciaga Triple S in edizione limitata.
Bene, bello il video che Felix ha postato sui social e che immortala la consegna del regalo con prova delle scarpe e due passi di ballo su richiesta. Sgradevolissima invece, mentre il ragazzo apre la scatola, la voce che si dente dire «Dentro ce stanno le banane».
Bene, Felix ha dovuto salvare la Roma un’altra volta, ma stavolta da una figuraccia fuori campo, e pare fatta da uno storico dirigente giallorosso: «Era solo una battuta e non c’era niente di razzista. A Roma sono stato accolto come in una famiglia, mangio molte banane e ci scherziamo coi ragazzi». Pure le Balenciaga, se è per questo, sembrano due banane ai piedi, però spiace. Meglio sognare a occhi aperti di Eto'o e Drogba e dei loro gol là davanti nelle squadre di Mourinho.