L'aveva fortemente voluto in estate ed era sembrata - per mille motivi - una scelta azzardata. Pedro, ai tempi Pedrito, aveva fatto una trafila incredibile tra Barcellona e Chelsea, salvo impantanarsi con la Roma, vittima anche delle incomprensioni tattiche con Fonseca. Mentre tutto lasciava presagire un finale di carriera più mesto, Sarri è stato chiaro: lo spagnolo sarebbe stato l'acceleratore del progetto.
Una carta magica da sfruttare in qualsiasi situazione, che avrebbe certamente cambiato la storia della sua Lazio. Il motivo? Di Pedro, sin dai tempi del Chelsea, il mister si è sempre fidato. Gli ha fatto da equilibratore e da nove, da esterno alto e da incursore interno. Di Pedro, Sarri apprezza l'intelligenza. Ma soprattutto il talento.
Una nuova ripartenza
Il volto della vittoria contro il Genoa è proprio il suo. Dell'uomo che ha vinto tutto e che non è mai cambiato. Sempre affamato, sempre ambizioso. Sempre meravigliosamente al centro del progetto. L'arma segreta è stata proprio lui, ed è servita a fare risultati ma anche a tranquillizzare un ambiente in subbuglio, ancora una volta alle prese con troppe voci e con la sindrome della discontinuità.
Ecco, quel gol al 36', incastrato in una partita ben più complicata di quanto ha mostrato il risultato finale, ha dimostrato ancora una volta che la Lazio è fatta da uomini. E con uomini così, come ha detto anche Acerbi, "stare al decimo posto in classifica non è mai stato bello".