Il ventaglio di potenziali vincitori delle Olimpiadi continua ad ampliarsi ed è un qualcosa che non può che far sorridere e gioire gli appassionati di sport. Queste Olimpiadi di Tokyo 2020 ci hanno insegnato che certe “gerarchie” stanno iniziando a crollare. Che a volte la sorpresa è proprio dietro l’angolo. O forse in qualche staterello minuscolo nel mondo. Che anche da piccoli, contro i giganti, si può luccicare d'oro.
Le Filippine lassù
Hidilyn Diaz è la prima medaglia d’oro delle Filippine. L’arcipelago di 7.640 isole che forma il Paese asiatico è salito per la prima volta sul gradino più alto del podio dopo 22 partecipazioni (assenti per boicottaggio nel 1924 a Mosca), 3 argenti e 7 bronzi. La disciplina? Il sollevamento pesi femminile, categoria 55 kg. Hidilyn aveva accarezzato il sogno a Rio, conquistando l’argento, ma questa volta di un solo punto (224 a 223) si è messa davanti alla Cina e ha lasciato il bronzo al Kazakistan, stabilendo il nuovo record olimpico.
Per dare una dimensione all’impresa basti pensare che negli ultimi 60 anni le Filippine avevano vinto solo due medaglie d’argento e due di bronzo, esclusivamente nel pugilato. Lei, sergente dell’Aeronautica Militare nelle Filippine, è la prima a non crederci. Dopo il periodo di pandemia che l’ha portata a vivere in Malesia, il successo inaspettato: “A 30 anni non pensavo di poter coronare questo sogno”. Il 26 luglio 2021 entra nei calendari delle Filippine. E, alla giovane atleta, ecco anche una casa offerta dallo Stato. Un “piccolo” riconoscimento per aver portato il Paese in cima all’Olimpo.
India e atletica si abbracciano
Ok, l'India aveva già vinto medaglie d'oro. Ma il successo di Neeraj Chopra può essere considerato così speciale da meritare menzione a parte. Perché mai prima di Tokyo 2020 l'India aveva trionfato nell'atletica. Ed è singolare che la seconda nazione più popolata al mondo vinca così poco: 35 medaglie in 36 edizioni dei Giochi.
Il suo è il secondo oro in una disciplina individuale: prima di lui solo Abhinav Bindra nel tiro al bersaglio da 10 metri. India che storicamente trionfa in gruppo, in sport come hockey su prato, cricket e badminton. Il suo lancio del giavellotto da 86,47 metri è un qualcosa di unico che merita di essere ricordato.
La regina dei ghiacci
Anche la storia del primo oro dell'Alaska (da conteggiare negli USA) ha un che di magico. Una storia singolare nata in una piccola piscina, di soli 22,86 metri, in cui i genitori di Lydia Jakoby hanno letteralmente costretto la piccola dall'età di sei anni per paura di una sua caduta in acqua: mamma e papà sono infatti proprietari di barche turistiche che portano le persone a bordo a osservare le balene ed erano soliti portare con loro la figlioletta.
Paura per l'escursione in mare, insomma. E poi la pandemia. Che in realtà ha aiutato Lydia, con un trasferimento ad Anchorage dove ha potuto testare le sue performance in una piscina ben più grande di quella a cui era abituata. Nella finale dei 100 rana Lydia è arrivata davanti alla Schoenmaker, dal Sudafrica, e alla King, che aveva trionfato a Rio. La regina dei ghiacci, a soli 17 anni, ha ottenuto un oro che, su quei colori biancoazzurri delle sue terre, risalta ancora di più...
Il primo oro delle Bermuda
Cinquantatre chilometri quadrati. Praticamente metà di Firenze. Il più vecchio e il più popoloso dei territori d’oltremare britannici, reso più che mai famoso da quel “triangolo” che tocca anche Puerto Rico e Florida, misterioso teatro di sparizioni di navi e aerei. Un angolino del pianeta, le Bermuda, che dopo questa Olimpiade ha fagocitato anche la sua prima medaglia d’oro ai Giochi Olimpici.
Flora Duffy, 34 anni a settembre, è una specialista del triathlon, con un palmares tinto d’oro: nella disciplina che unisce nuoto, ciclismo e corsa (era la sesta volta che questo sport si presentava alle Olimpiadi: la prima era stata a Sydney nel 2000) è arrivato il primo trionfo della storia di un’atleta delle Bermuda. Una su 63.000 abitanti. Grazie a Flora, che era già stata l’unica atleta al mondo a vincere 3 titoli mondiali di triathlon nello stesso anno (nel 2016, infatti, al collo riuscì a collezionare l’oro ai Mondiami di triathlo, XTERRA Triathlon e cross triathlon).
Con questo successo le Bermuda sono diventate il più piccolo Paese al mondo a vincere l’oro ai Giochi Olimpici. Non era la prima medaglia in assoluto (c’era stato il bronzo alle Olimpiadi di Montreal nel ’76 grazie al pugile Clarence Hill), ma Duffy è arrivata sulla vetta più alta. Un orgoglio nazionale. E, si può dire senza essere di parte, ancora più meritato pensando a ciò che Duffy fa quando non si allena. “The Flora Fund” è il progetto da lei lanciato grazie al quale raccoglie fondi da destinare ai giovani atleti di quel piccolo paradiso terrestre da cui proviene. “Non avrei potuto raggiungere i miei sogni senza aiuti: competere ai livelli alti richiede finanziamenti e sostegno costante. Per questo ho realizzato questo progetto: per aiutare chi come me coltiva un sogno sportivo”. Lo sport per aprire le porte del mondo. Anche se sei un minuscolo puntino nell’Oceano Atlantico…