Dzeko e Calhanoglu, Calhanoglu e Dzeko. Sembra abbastanza chiaro, piuttosto netto: è una nuova era per l'Inter. E non solo per l'arrivo di Simone Inzaghi, ma per l'approccio diverso dei cosiddetti "sostituti", di chi ha il compito di invertire la paura dettata dagli addii di Lukaku e Hakimi, trasformando il contorno in tangibile entusiasmo. Quali indicazioni ha saputo fornire la prima uscita nerazzurra contro il Genoa?
Ne abbiamo parlato nella nuova puntata di Like Tattico, a cura di Federica Zille: guardalo qui.
Inter, le prime indicazioni dal match con il Genoa
Intanto, la risposta a una domanda già determinante: chi c'era davvero a supporto di Dzeko? Con i problemi (fisici) degli attaccanti di Inzaghi, l'ex tecnico della Lazio si è inventato la carta Sensi. C'era l'italiano, sì, a supporto del centravanti bosniaco. E Calhanoglu ha preso il posto che era di Eriksen: contenimento, qualità, aiuto in fase d'impostazione coi piedi buoni che si ritrova. Proprio Calha diventa determinante per la pressione e aggressione dell'Inter: "Mezzala sì, ma con grande libertà di movimento". Piccolo spoiler: non chiamatelo "nuovo Luis Alberto". Nel video scoprirete il motivo.
E poi? Poi c'è Dzeko. Coi suoi movimenti a uncino: ricezione dentro al campo e una posizione più offensiva senza palla. Una particolarità, che Federica Zille paragona ai grandi attaccanti della A, in particolare a Immobile e Morata. "Un nove a modo suo". E questo "modo" pare funzionare. Eccome.