Manuel Locatelli si è raccontato in una lunga intervista a La Provincia. Il centrocampista della Juventus ha parlato del percorso fatto dalle giovanili del Milan fino all'avventura in bianconero, i colori del cuore. Ecco un estratto delle sue parole.
Le parole di Locatelli a La Provincia
"C’è stato un periodo in cui non riuscivo più a esprimermi ad alto livello. Ed è stato proprio in quei momenti che gli insegnamenti ricevuti mi hanno aiutato, di testa, a non finire nel tritacarne. Il calcio, del resto, è fatto così: fai bene una domenica e sei il più forte di tutti, fai male un’altra e ti sfondano. E allora tu devi saper mantenere l’equilibrio. Questo è il segreto, per il quale ringrazio mamma e papà".
Gli allenatori del cuore
"Un pensiero per i principali allenatori che hai avuto? Brocchi è stato quello che mi ha lanciato e quindi è nel mio cuore. Con Montella ho trovato continuità, con Gattuso ho cominciato a non giocare tanto, ma c’erano tante colpe mie. Tra l’altro lui è un mister che sa tirare fuori tutto da un giocatore. Quello al quale ho voluto più bene è De Zerbi che mi ha cambiato la vita. Quanto ad Allegri, lo stimo per le vittorie che ha conseguito in carriera. Ma è il mio attuale allenatore e non mi posso spingere oltre nell’incensarlo. Non sarebbe corretto".
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La Juventus
"Chi mi conosce sa che sono juventino della nascita, così come il resto della mia famiglia, e mi ricordo che avevo detto a quello che è sempre stato il mio procuratore che un giorno avrei dovuto diventare un giocatore bianconero. Appesi alle pareti della tua cameretta a Galbiate ci sono ancora i poster dei giocatori bianconeri del tempo".
"Oggi? È una responsabilità perché so di avere delle potenzialità e so cosa pensa la società di me. È dunque una dimostrazione continua e spero di essere sulla strada giusta. Ho avuto la fortuna - e lo dirò sempre ai miei figli - di aver giocato la mia prima partita con la Juventus in quella che è stata l’ultima volta per Cristiano Ronaldo in bianconero".
Gli idoli
"Del Piero innanzitutto. Un genio. E pure Nedved, tanto è vero che gli ho fatto vedere quelle foto quando mi sono trasferito a Torino per divenire bianconero".