Hirving Lozano torna a parlare a pochi giorni dal suo esordio al Mondiale. Il messicano del Napoli ha scritto una lunga lettera ai tifosi del suo Paese parlando anche del suo arrivo in Italia con Carlo Ancelotti e dei suoi anni in azzurro tra Gattuso e Spalletti.
"Dopo il Mondiale 2018 ho ricevuto una telefonata da un numero italiano. Era Ancelotti. Mi aveva visto in campo e mi voleva a Napoli. È un grande allenatore, una grande persona, non potevo dirgli no. La prima sera a Napoli mi ha portato a cena con le nostre famiglie al completo. Per me era importante, non è facile cambiare Paese più volte. Soprattutto per chi come me arriva da lontano. Ma Ancelotti seppe farmi sentire a casa. È stata dura dopo il suo esonero" le parole del Chucky su quella estate 2018.
Il covid e Spalletti
"Durante il covid ero solo a Napoli. Chiesi al club di lasciarmi partire per tornare in Messico dalla famiglia ma non potevo. Poi siamo tornati in campo e ho vinto il mio primo trofeo in Italia" ha ricordato. "È arrivato Gattuso, che vive tutto a cento all’ora, poi Spalletti, che cerca di imbrigliare al meglio quel piccolo diavolo che si siede sulla mia spalla. La passione di Napoli non so spiegarla, ti riempie di energia e orgoglio.
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L'infortunio
In un match di Gold Cup dello scorso anno, un brutto infortunio contro Trinidad e Tobago rischia di mettere fine alla sua carriera. "Quella notte ho avuto paura, ho pianto e temevo per la mia vita. Il collo aveva avuto una torsione irregolare e l’occhio era quasi come esploso. Grazie ai medici sono stato fuori solo per tre mesi, ma era un miracolo essere sopravvissuto" il ricordo difficile di Lozano.
Il Mondiale
Il Mondiale 2018 gli ha cambiato la vita, quello che giocherà in Qatar tra pochi giorni sarà l'occasione di affermarsi come leader del suo Messico: "Per questo Mondiale abbiamo sofferto tanto. Non sono più il calciatore che ero quattro anni fa in Russia e non siamo più la stessa squadra. Però siamo lo stesso Paese e lo vivremo tutti insieme".