Amo giocare con le parole, e le lettere.
DAZN ne ha quattro, tra cui la prima e l’ultima dell’alfabeto, come ad aprire uno spazio in cui infilarci tutto il resto.
Verso il futuro
La D di Domodossola (coincidenza, scrivo su un treno diretto proprio lì) è anche la D di Duemilaventuno, di Diritti e di Dieci, che poi sono tutti vertici dello stesso triangolo: ci aspetta una rivoluzione, di quelle in cui all’inizio fatichi un po’ a renderti conto di esserne dentro. È il racconto del calcio che ha fatto un grosso passo verso il futuro e ha accorciato le distanze con il resto del mondo, spalancando una nuova finestra da cui vedere le dieci (con la D, appunto) partite di ogni turno di campionato trasmesse solo da DAZN, di cui sette in esclusiva.
È un passo epocale, e far parte della squadra che lo compie è elettrizzante.
La nuova DAZN Squad
A è Ambrosini, uno dei capitani della squadra di DAZN. Alcuni dei giocatori li conoscevo bene (Ambro, appunto), altri li avevo incrociati di persona sui campi, con altri ancora mi ero collegato a distanza durante qualche postpartita. Quando ci siamo presentati l’uno con l’altro qualche giorno fa, alla presentazione della stagione, ho scoperto che Massimo Gobbi imita alla perfezione Bruno Pizzul, che Montolivo avrà grandi tempi di gioco anche in onda, che Tiribocchi organizza come nessun altro il post postpartita, che Barzagli è un vero campione del Mondo e Matri è un campione del Mondo di autoironia, che Balzaretti è davvero l’uragano che mi descrivevano… insomma la squadra è bella, bellissima. Ha forza, energia, spessore e leggerezza, credibilità e voglia di divertirsi.
Cosa che faremo tanto e spesso, ho l’impressione.
Z è Zille, cioè Federica. Se Ambrosini rappresenta la prima lettera dell’alfabeto ed è stato tra gli ultimi ad arrivare, per Federica il discorso è opposto: lei fa parte da tempo della giovane banda di DAZN, della squadra che seguivo da casa e che mi aveva conquistato in poco tempo: ragazzi giovani, seri, con un entusiasmo che si fa fatica a contenere, ma tanto l’entusiasmo mica bisogna contenerlo. Telecronisti, inviati, redattori. Hanno lavorato alla grande per tre anni, scoperto quello che c’era da scoprire e portato cose nuove. Sono diventati amici, soprattutto, e ora si meritano tutti insieme di salire sul pedalò che li porta lontano da riva, dove l’acqua è più chiara e ogni tanto si alza qualche onda.
Da Marchino a Marcone
E poi c’è la N, la N di Novità.
Non sapevo cosa comportasse cambiare lavoro e azienda, vedere facce diverse, rinunciare alle solite abitudini. Non lo sapevo perché non l’avevo mai fatto, negli ultimi ventidue anni, prima che tutto succedesse in maniera così veloce e naturale.
“Cambiare migliora gli uomini” era il mantra che mi ripeteva ogni persona incrociata nelle scorse settimane. E credo e spero davvero possa essere così: sono stato a lungo Marchino, ora mi piace essere Marcone, uno dei più grandi. Mi piace l’idea di poter contribuire a questo grosso cambiamento con le cose che ho imparato negli ultimi due decenni, con i miei valori, con il mio modo di vedere il calcio, con il rispetto, l’educazione e la passione sempre al centro di tutto. Mi piace l’idea di imparare, anche, attraverso gli occhi di chi vede il mondo da un’angolazione diversa dalla mia, con le conoscenze e gli strumenti della propria generazione.
È con questo mix che abbiamo fatto partire il conto alla rovescia verso l’inizio della nuova stagione, che vivremo insieme dall’inizio alla fine. O se preferite dalla A alla Z, da Ambrosini a Zille.