La sensazione è che non ci sia piazza migliore. La certezza è che non ci sarebbe allenatore migliore. La volontà di Kylian Mbappé , ecco, quella sì che è chiara: non ha bisogno di spifferi o sussurri, ha in testa il Real Madrid da quando era un ragazzino e tutto era una grande promessa.
Ecco, tante, tantissime di quelle promesse sono state poi mantenute. Ne sono arrivate altre e altrettante sono diventate poi obiettivi. Perseguibili e perseguiti. Dopo essere cresciuto a Clairefontaine , aver assaggiato il mondo dei grandi con la maglia pesante del Monaco , Mbappé è diventato l'uomo simbolo del Psg , crescendo insieme alle sue ambizioni.
Competizione | Presenze | Gol | Assist |
Ligue1 | 180 | 131 | 58 |
Champions League | 53 | 33 | 23 |
Sembra tutto scritto
I numeri parlano da soli. Anzi: urlano a gran voce il salto di qualità ormai certificato, anche in un campionato dov'è certamente più semplice fare la differenza. Ma Mbappé, che ha già vinto un Mondiale e una Nations League nella Francia forse più forte di sempre, ora vive la frenesia di ciò che vorrebbe che sia. Ci spieghiamo: sa perfettamente che lo step definitivo è approdare in una squadra leggendaria, diventarne l'elemento centrale e catalizzare tutte le attenzioni sui suoi sprint.
Solo così - e la storia insegna - arriverebbe la gratificazione che uno con il suo talento non può mettere al primo posto. Solo così avrebbe la certezza di partecipare alla storia della Champions League in prima fila, solo così avrebbe i biglietti già prenotati per il Galà del Pallone d'Oro. Solo così, in fondo, raccoglierebbe l'eredità del suo più grande idolo. Cristiano Ronaldo . Ricordate quella foto nella sua cameretta?
La scelta giusta
Questione di eredità. Quel Sette , al Real Madrid , è oggi di Eden Hazard e chissà se lo sarà ancora dopo il prossimo mercato. Di sicuro, Kylian sa di aver fatto tutto nella maniera più corretta: dalla squadra che l'ha allevato è passato alla squadra più forte del suo Paese, provando a trascinarlo verso la storia. Dalla squadra più forte del suo Paese, oggi vuole la squadra più forte al mondo. Magari non negli undici, ma nella mentalità.
Eccolo, il vero salto di qualità desiderato dal fuoriclasse francese. Cambiare la testa . La proiezione costante verso la vittoria, anche a disparità di talento o munizioni. Ancelotti non ha allenato la squadra più forte del mondo, quest'anno. Ma la più determinata, sì. E ha fatto la differenza, e l'ha fatta proprio davanti a Kylian. Dopo aver fatto spallucce, si sarà immaginato tutta quella felicità che arriva dopo tutto quello sforzo.
Il Real Madrid non sarà mai una questione di tattica, di posizione, di ambizione: avrebbe potuto avere tutto quello anche a Parigi, dov'erano pronti a ricoprirlo d'oro. Il Real Madrid, per Mbappé, è la chiusura di un cerchio. All'interno: l'idolo di una vita, la consacrazione definitiva, tornare in quella cameretta e appendere il suo, di poster . Magari con una Champions League tra le mani.