Mauro Meluso, nuovo direttore del Napoli, ha parlato in conferenza stampa nel ritiro di Dimaro, presentandosi al mondo azzurro:
Le parole di Meluso
"Ringrazio la società per questa opportunità. Non mi aspettavo la chiamata del Napoli. Evidentemente sono nel posto giusto ma non pensavo potesse accadere in questo momento.
Io ho fatto calcio a tutti i livelli e ci sono da quando ero bambino. Sono una persona di esperienza e questo mestiere lo faccio da tanti anni. Ho smesso presto di giocare e faccio questo lavoro dal '97 soprattutto in categorie inferiori. Umilmente, ho sempre cercato di scalare questa montagna provando ad arrivare in Serie A TIM. So di conoscere il calcio bene, in tutte le sue sfaccettature. Quando avevo 13 anni fui selezionato per venire a giocare nelle giovanili del Napoli. Mia mamma si oppose a questo trasferimento. Ritrovo il Napoli sulla mia traiettoria, era destino.
Domani inizieremo a parlare a 360° di mercato. L'Arabia Saudita ha potenzialità maggiori rispetto alle nostre, evidentemente il nostro calcio non può competere con queste cifre. Nel calcio per far sì che le cose funzionino c'è bisogno di coerenza e credibilità. I calciatori fanno vincere e perdere le partite ma bisogna creare una situazione credibile, altrimenti si crea un alone di incertezza che trasmette negatività.
No, il presidente non mi ha chiesto per che squadra tifo. Ho giocato in Serie A TIM con la Lazio e la Cremonese ma non ho una preferenza in particolare. Ho sempre dato tutto dove ho lavorato e darò tutto anche qui. Quello che mi ha colpito di più qui è il calore che hanno i napoletani. A dicembre sono venuto a fare uan gita a Napoli e la città era già al settimo cielo, nonostante non avesse ancora vinto lo scudetto.
Siamo sempre alla ricerca di qualcosa di positivo. Sono stato in Argentina, in Brasile, alla ricerca di calciatori. Bisogna sempre aggiornarsi. Un conto, ovviamente, è se lavori allo Spezia, un altro al Lecce e un altro al Napoli. Ben venga scoprire un giocatore che è poco conosciuto e che possa esplodere, quello è il sogno di ogni direttore".