Un destino segnato, l’infanzia difficile, la sfacciataggine di chi non teme niente e nessuno. Memphis Depay, nato nei Paesi Bassi da padre ghanese e madre olandese, ne ha già viste e vissute tante. Il rapporto burrascoso tra i genitori, il papà che lo lascia solo a quattro anni, il talento per quel gioco con il pallone, insito nel suo dna di ragazzino ribelle e per questo di incostante espressione. Il corpo ricoperto di tatuaggi, con un leone enorme sulla schiena come marchio di vita: “Rappresenta me stesso, io sono cresciuto in una giungla. Sono un leone e sono sempre rimasto in piedi”.
Memphis non ha paura nemmeno questa volta: da Eindhoven a Manchester, da Lione a Barcellona. Pronto ad iniziare un nuovo viaggio, da solo e in missione, con la pressione di un popolo, quello blaugrana, che ha ancora negli occhi le prodezze del suo Dio col “Diez” e che si aspetta da lui giocate, gol ed emozioni.
Quel “7” a Manchester, con l’incubo Ronaldo
Depay si presenta nella capitale catalana più o meno negli stessi termini in cui a soli 21 sbarcò ad Old Trafford. Aveva messo a referto valanghe di gol con il PSV, dominando in Olanda, con quel dribbling fulmineo e quel destro secco che avevano ammaliato i talent scout di mezza Europa. Un esterno puro, voluto fortemente da Van Gaal per rilanciare uno United in crisi mistica. A sua richiesta, chiese di indossare la maglia numero “sette”, lasciata vacante durante la sessione di mercato estiva da Ángel Di María e indossata precedentemente da alcuni dei più importanti giocatori mancuniani come George Best, Éric Cantona, David Beckham e Cristiano Ronaldo. La “7” a Manchester? Un’istituzione per pochi eletti. Andò malissimo, tra infortuni, panchine, critiche e polemiche.
La rinascita a Lione, Depay semifinalista di Champions
Memphis sembrava destinato all’oblio. Una nuova delusione, un altro schiaffo. E invece a gennaio 2017 arriva l'Olympique Lione. “Vuoi andare in Francia?”, gli chiede il suo agente. “Portami via da qui, va bene tutto”, risponde Depay. Il costo dell'operazione si aggira attorno ai 16-17 milioni di sterline, l'equivalente di circa 20 milioni di euro. Il leone a Lione. Pare un matrimonio perfetto, si trasforma in una favola. Memphis in Francia segna a raffica, incide, diventa leader, matura e trova anche il coraggio di pubblicare un album hip-hop, lui, cantante per passione, con la musica come compagna di vita per cancellare i momenti negativi. Ritrova la Nazionale, viene messo al centro del progetto, si sente importante.
Nel 2019/20 conduce il Lione a una storica semifinale di Champions, poi persa contro il Bayern campione. Piovono offerte, ma lui ha un anno di contratto e non trova l’accordo per il rinnovo. Così ci prova Koeman, suo connazionale ed ex CT: “Vieni a Barcellona, per te un posto lo trovo”. In blaugrana approda a parametro zero nel mese di giugno 2021, appena terminato l’Europeo.
La nuova era a Barcellona: esordio nella Liga domenica alle 20
Solo Kylian Mbappé (118 tra reti e assist) è stato direttamente coinvolto in più gol di Memphis Depay (95) in Ligue 1 dall'inizio della stagione 2017/18. Numeri impressionanti che, semmai ci fossero dubbi, ne certificano il valore. L’olandese nelle prime amichevoli in terra catalana ha convinto, andando a segno anche contro la Juventus nel Trofeo Gamper vinto dal Barcellona per 3-0.
Ora però l’annuncio dell’addio ufficiale di Lionel Messi e il contemporaneo infortunio di Sergio Aguero lo hanno rimesso al centro del palcoscenico. Deve essere lui a guidare il Barça in questa stagione. Serve la sua classe, il suo sprint, la sua forza per riportare i blaugrana al comando della Liga. L’avventura inizia domenica 15 agosto, nella prima giornata di campionato, alle ore 20 contro la Real Sociedad (gara trasmessa in diretta su DAZN). Memphis non ha paura, non ne ha mai avuta.