Trentatré punti in 15 giornate, frutto di 10 vittorie tre pareggi e due sconfitte, contro Napoli in casa - probabilmente nella miglior prestazione stagionale in campionato - e Torino. Il Milan arriva alla pausa lunga sapendo di aver fatto il suo, staccato dalla vetta della squadra di Spalletti per meriti partenopei ancora prima che per demeriti propri, ma anche consapevole che per restare in alto qualcosa andrà modificato.
Il 2022 della rinascita
Quello che si è chiuso, calcisticamente parlando per la Serie A TIM, è stato un anno d'oro per il Milan. Iniziato con un perentorio 3-1 alla Roma di Mourinho in piena emergenza e proseguito con il ritorno allo scudetto a maggio dopo una lunga sfida contro l'Inter.
Una crescita costante confermata anche in questa stagione, dove sì il Milan ha 2 punti in meno rispetto alla passata e ha vissuto qualche affanno di troppo in Serie A TIM, ma al tempo stesso ha portato a casa una qualificazione agli ottavi di Champions League vitale sotto tanti punti di vista, di crescita tecnica ed economica.
Rossoneri col fiatone
Soprattutto nell'ultimo mese però, il Milan offensivo e aggressivo di inizio stagione ha lasciato sempre più spazio a una squadra meno organizzata e più confusionaria in campo. La sfida contro la Fiorentina ne è stata la dimostrazione, come riportato anche da Paolo Maldini nel postpartita, dove il bel gioco e le idee hanno lasciato spazio a frenesia e individualità.
Come contro lo Spezia risolta all'ultimo minuto, mentre in trasferta i rossoneri dopo il ko di Torino contro i granata si sono impantanati sul campo della Cremonese con uno scialbo 0-0, la differenza col rendimento dell'anno scorso in classifica. La sensazione è che al traguardo la squadra di Pioli sia arrivata stanca più mentalmente che fisicamente.
Che 2023 attende il Milan
Proprio con questo scenario i 50 giorni di stop dal campionato potrebbero essere una manna per Stefano Pioli e il suo staff che, pur senza i nazionali impegnati in Qatar, avranno tempo e modo di rimettere in bolla una situazione oscillante tra momenti elevati e altrettanti di fatica.
Sosta lunga: c'è un precedente
Del resto il Milan vincente di Stefano Pioli è (anche) frutto di una pausa prolungata. Diversa certamente per premesse e motivazioni, ma in ogni caso atipica all'interno di una stagione calcistica, come quella 2019/20, interrotta nel bel mezzo delle ostilità e per diverse settimane.
Nel complicato 2020 dilaniato dalla pandemia, Pioli ha saputo mettere le base tecniche e soprattutto tattiche del suo Milan che da allora non si è più fermato in una crescita costante in risultati, prestazioni e uomini arrivando da un ko interno contro il Genoa che, con le voci di Rangnick in arrivo sulla panchina, sembravano aver messo fine al progetto Milan.
Una situazione decisamente meno difficile quella da gestire per la società e lo staff tecnico quella attuale, ma la sensazione è che nel 2023 Stefano Pioli debba studiare qualcosa per mantenere il Milan competitivo e gli spunti non mancano.
I volti nuovi
Nella lente di ingrandimento c'è Charles De Ketelaere, "in difficoltà" come ammesso da Paolo Maldini. L'investimento dell'estate non si è ancora integrato e difficilmente potrà essere un fattore da subito a gennaio, specialmente se il cammino del Belgio al Mondiale dovesse toglierlo da Milanello a lungo.
Pioli e il suo staff però dopo tre mesi in apnea - come tutti - ora hanno tempo e modo di analizzare cosa non sta funzionando nell'inserimento di De Ketelaere, che però non è l'unico da dover inserire nelle rotazioni con più frequenza.
Thiaw e Vranckx resteranno a Milano per lavorare, al contrario di Dest, ed entrambi - come contro la Fiorentina - avranno l'occasioni di capire meglio il Milan e farsi capire. Come Adli, che tra tutti però è tatticamente quello più difficile da collocare e per questo papabile per un prestito.
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Le certezze
Il Milan però non potrà fare a meno di ripartire dalle proprie certezze. La prima è la coppia Tomori-Kalulu da riproporre al centro della difesa, sperando di ritrovare la catena di destra nella sua titolarità con Calabria e Florenzi, più eventualmente Dest. E Maignan tra i pali, un'assenza più pesante di quanto non sia passata come messaggio.
Poi Bennacer e Tonali in mezzo al campo, imprescindibili insieme e pronti a ricaricare le batterie dopo mesi di extra. Infine Leao e Giroud, le vere certezze dell'attacco da valutare mentalmente e fisicamente al rientro dal Qatar.
Rinnovi da sbrigare
L'incertezza semmai per il Milan a inizio 2023 riguarderà l'extracampo. I rinnovi di contratto di Rafael Leao e Ismael Bennacer sono un appuntamento da non mancare per il futuro della squadra rossonera, ma la situazione non è semplice.
Risolvere con una fumata bianca questi discorsi sarebbe un punto di svolta importante che si rifletterebbe anche sul campo e che Pioli, infatti, si auspica.