Maldini lascia il Milan. È ufficiale. Questo il comunicato del club: "La società comunica che Paolo Maldini conclude il suo incarico nel club, con effetto dal 5 giugno 2023. Lo ringraziamo per il suo contributo in questi anni, con il ritorno del Milan in Champions League e con la vittoria dello Scudetto nella stagione 2021-22. Le sue responsabilità saranno assegnate a un gruppo di lavoro integrato che opererà in stretto contatto con il coach della prima squadra, riportando direttamente all'Amministratore Delegato".
I motivi
La separazione nasce dalle divergenze nei progetti per il nuovo corso e per la prossima stagione in particolare. RedBird evidentemente non è stata soddisfatta sia dell’andamento della stagione, con un quinto posto trasformato in quarto solo dalla penalizzazione subita dalla Juventus, sia degli investimenti estivi, con Charles De Ketelaere e Divock Origi simboli di scelte che non hanno dato risultato sul campo. É evidente però che qualcosa, nel rapporto tra Maldini e la proprietà, non va, a prescindere dalle vittorie e dalle sconfitte. Maldini, dopo anni complicati nel rapporto con l’allora a.d. Ivan Gazidis, il 30 giugno 2022 ha firmato un rinnovo biennale. Quel contratto gli ha garantito autonomia totale sull’area tecnica, all’interno del budget stabilito dalla proprietà: una stretta di mano tesa, arrivata dopo lunga contrattazione sul contratto, dibattuto riga dopo riga. Troppo, probabilmente. Di sicuro, il feeling non è mai stato totale. Fino alla spaccatura di oggi. In questo scenario, si interrompe anche il lavoro del direttore sportivo Ricky Massara, vicinissimo a Maldini, l’uomo delle trattative in questi anni di rincorsa al vertice italiano ed europeo.
GETTY/Milan
Pioli resta
E Stefano Pioli? Pioli resta comunque alla guida del Milan. Il tecnico ha sempre avuto la fiducia della proprietà e ha raccolto pubblici apprezzamenti sia da Cardinale sia da Furlani. Il riassetto sarebbe ancora da definire nei dettagli, ma è logico immaginare che Pioli avrebbe più potere decisionale sul mercato. Inevitabilmente, tornano alla mente le sue parole di fine maggio: "Se vogliamo essere competitivi per vincere il campionato e arrivare in semifinale di Champions, è chiaro che la squadra va migliorata".