Quando si pensa a Milan-Fiorentina gli appassionati di corsi e ricorsi storici nel calcio non possono non pensare a una serata di primavera del 1986. Il grande Milan di Berlusconi non era ancora quello in grado di dominare in Europa e nel mondo, ma quel 23 marzo in qualche modo avvenne qualcosa che indirettamente contribuì a formarlo.
Il talento di Marco van Basten
Una gelida serata olandese, in campo Ajax e Groningen. Il capitano dei padroni di casa al De Meer era proprio lui, Marco van Basten, solo 21 anni ma un talento da vendere e messo in mostra sui campi d'Olanda già da quattro anni. Ad accompagnarlo nell'ingresso sul terreno di gioco il figlio di una leggenda, Jordi Cruyff.
In tribuna c'era Claudio Nassi, un direttore sportivo a libro paga della Fiorentina con in mano il mandato per chiudere l'affare con quel talento visto e rivisto in videocassetta, studiato e ammirato. Desiderato.
Tocchi sublimi, tifosi entusiasti e giocate da stropicciarsi gli occhi il tutto concentrato in un ragazzo alto, magro e clamorosamente elegante in campo. In un nome: Marco van Basten.
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Il contratto con la Fiorentina
Quella stessa sera di marzo in un albergo della città di Amsterdam la volontà della Fiorentina, ma soprattutto di Nassi, si concretizzò. Al tavolo il direttore sportivo, la Intersport che deteneva il contratto del futuro Pallone d'oro e lo stesso Van Basten accompagnato da quella che sarebbe diventata la moglie Lilith.
Sul tavolo un accordo già firmato tra Fiorentina e Ajax e un contratto di opzione firmato da Van Basten con il club viola per il passaggio a Firenze per 6 miliardi di vecchie lire, da pagare in 3 anni, più il cartellino di Wim Kieft valutato 1,6 miliardi.
Per il giocatore - come si intravede sul contratto firmato trovato su internet - tre anni di contratto a 600 milioni di lire a stagione più appartamento in città e auto.
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Il destino "aiutò" il Milan
Tutto bello e tutto firmato, ma niente andò in porta. Col senno di poi, per fortuna del Milan che un anno più tardi lo strappò all'Ajax a scadenza di contratto.
A far saltare il banco e a riscrivere la storia di Fiorentina e Milan fu la situazione societaria dei toscani. Piercesare Baretti prese il posto del Conte Pontello come presidente della Fiorentina e Nassi decise di lasciare la società, facendo cadere anche l'opzione da esercitare entro il 1 luglio 1986.
Niente tridente con il giovane Roby Baggio e Ramon Diaz, ma un altro anno all'Ajax per poi volare sì in Italia, ma a Milano sponda rossonera per scrivere la storia.
Anche la Sampdoria ha rimpianti
Non solo la Fiorentina ha di che mangiarsi le mani per quello che poteva essere e non è stato.
Una volta lasciata la società viola, infatti, Nassi iniziò a lavorare per la Sampdoria e il dirigente ha raccontato di aver offerto Van Basten al presidente Mantovani, senza successo. In quella stagione Marco van Basten segnò 37 reti prima di passare al Milan e conquistare il mondo.