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Milan, Tonali racconta i segreti dello scudetto rossonero

Redazione
Milan, Tonali racconta i segreti dello scudetto rossoneroDAZN
Sandro Tonali, nello speciale scudetto di DAZN, racconta il passaggio da tifoso a protagonista in campo: "L'ultima volta? Avevo 11 anni ed ero dall'altra parte. Io ad aspettare i giocatori"

L'ultimo scudetto? Lo ricorda ancora: "Avevo 11 anni ed ero dall'altra parte. Io ad aspettare i giocatori". Una vita fa, che nel suo caso è stata completamente stravolta, ribaltata, innalzata. 

Sandro Tonali è il simbolo dello scudetto milanista: si è cucito addosso da protagonista uno scudetto differente, per decibel e importanza. E soprattutto per il suo apporto. Incalzato da Marco Cattaneo e Marco Parolo, nello speciale DAZN dedicato al titolo rossonero, il primo elemento che viene fuori è l'attaccamento alla maglia: "Ora? Bello alto. Perché quando vinci cambia tutto". 

Milan, Giroud, Calabria, Tonali, TomoriGetty

Lo scudetto targato Tonali

Tonali racconta d'aver fatto un patto speciale con se stesso: via il telefono, soltanto godersi quel momento. "Perché è una cosa che può capitare sì una volta all'anno, ma anche una volta ogni dieci". Nel 2011 ha fatto festa al suo paesino, da tifoso. Oggi è diverso, anche se "guardando gli occhi dei tifosi capisco quella sensazione". 

Sensazione di gioia, come quella di Sandro quando ha visto sua nonna - ormai ex interista - sugli spalti contro l'Atalanta. E sensazione di carica, come quando guardava Ibrahimovic da bordacampo: "Lui è qualcosa di sicuro, lui decide cosa si può fare e cosa vuole fare. Dopo la partita ci ha preso come figli suoi, in 10 minuti ci ha fatto ripercorrere tutto. Quanto fatto e quanto potevamo rischiare di non fare". 

Ancora su Ibra, la speranza è che ovviamente continui: "Averlo anche solo per qualche minuto ti fa la differenza. Quando perde in partitella? No, lui non perde. Anzi: la squadra titolare, nelle ultime 5 settimane, non aveva mai vinto una partitella". 

Sandro Tonali, Milan, Serie A TIM 2021-2022

Il siparietto con Florenzi

Un'irruzione col sorriso, ed ecco Alessandro Florenzi. "Le parole di Verona? Non erano preparate. Per incoscienza e gioventù loro c'hanno capito poco, ma noi facevano finta di essere tranquilli anche se era difficile". L'importante era avere equilibrio, ma anche "una mentalità vincente, su ogni campo". 

Tonali gli dice che "non si spegne un attimo, ma fa bene. Come Kjaer e Ibra, fanno bene a stemperare quella tensione che ti fa pensare. Anche l'altro giorno c'era un po' di silenzio e c'era molta ansia. Loro ti venivano vicino, ti stavano di fianco. E queste cose fanno bene a tutti". 

Il paragone su De Rossi? Florenzi si ferma un secondo: "Sapete cosa mi state toccando. Il suo idolo è Gattuso, ma lo vedo come De Rossi". Tonali aggiunge: "Sentire Gattuso, Pirlo e De Rossi... difficile scegliere. A me piace Thiago Alcantara, è completo e ha qualità assurde. Guardandolo ti rendi conto che sanno sempre dove sei e dove sono i suoi compagni. E creano una giocata in più". 

Daniele De Rossi saluti i tifosi della Roma

Le sorprese di questo Milan

I volti, ancora un po' stravolti dall'impresa, sono quelli di tutti e sono volti di successo. Tonali però evidenzia la crescita di alcuni elementi: "Penso a Kalulu e Tomori, sono arrivati e non conoscevano una parola di italiano. Con il lavoro si sono ritagliati uno spazio importante". E Maignan? "Può essere a Milanello mentre qui si fa festa". 

Il primo incontro con Magic Mike è già storia: "La prima volta in cui l'ho visto? Da lontano c'era questa 'branda'... Si alimenta con il lavoro. Lui era sempre prima di me all'allenamento. C'era voglia di vincere, l'anno scorso era difficile perché c'era chi era più forte di noi. Quest'anno non eravamo i più forti, magari lo era l'Inter. Ma noi abbiamo messo tutte quelle cose che ci hanno reso la squadra più forte del campionato": 

E Donnarumma? "Ci sentiamo spesso, ci vediamo anche in Nazionale. Spero la viva bene, lui è andato in una realtà diversa dal Milan, gli ha dato la possibilità di vincere qualcosa di importante subito. Come sappiamo, qui c'era un percorso da fare e lo stiamo facendo. Mattoncino dopo mattoncino. Lui deve solo divertirsi e non pensare a niente". 

Mike Maignan portiere del Milangetty

Marco Bene-Marco Male

Con Marco Parolo, adesso è arrivato il momento delle pagelle. E allora, il migliore? "Leao". E perché? "Lascia stare le sue giocate, è uno che ci ha fatto vincere diverse partite. Sai che quando parte, la palla arriva. E sei sicuro che al massimo puoi sbagliare te". 

La partita chiave è naturalmente il Derby, "che ci ha dato una spinta in più". Per Tonali "non c'è più la paura del derby, ce la giochiamo ad armi pari. Sappiamo di essere forti". La rivelazione della stagione? "Kalulu". E il gol più bello è quello di Theo: "Sapevo che andava in porta, in allenamento lo so sempre". E su Maignan: "Gigio copriva più la porta, lui ha forza e reattività. E poi è veloce, velocissimo". 

Il gol più bello resta quello con il Cagliari, il più pesante "contro la Lazio". E la giocata migliore è il gol contro l'Atalanta: "Il gioco del mister ti fa trovare a una posizione a pochi metri dall'avversario. Dove mi piace giocare? Nell'ultimo mese più avanti". E sorride.