Error code: %{errorCode}

Serie A Enilive

Miranchuk e Malinovskyi, gli altri protagonisti uniti contro la guerra

Miranchuk e Malinovskyi, gli altri protagonisti uniti contro la guerraDAZN
Aleksej Miranchuk e Ruslan Malinovskyi sono un russo e un ucraino compagni di squadra all'Atalanta, amici sinceri umanamente stretti, sportivamente uniti. Sono altri protagonisti che odiano la guerra. E la rifiutano da un campo di calcio.

Gli altri protagonisti sono migranti del calcio e di vita. Abitano la provincia del gol. Vengono da mondi sommersi, nutrono sogni e resistenze. Fanno tiri sporchi ma odiano la guerra, perché odiano chi nega la vita o alla vita nega d'essere migliore.

Da una patria senza bandiere in cui sentirsi liberi, era una devota e dovuta premessa per scrivere di cosa diavolo sta succedendo sui campi di calcio mentre la Russia assale l’Ucraina. Per farlo dalla profondità dei calciatori russi e ucraini, specie se compagni di squadra sportivamente uniti. Umanamente stretti.

Per parlare di anche Viktor Kovalenko, centrocampista ucraino dello Spezia, che domenica è sceso in campo con tutta la squadra indossando la maglia STOP WAR in caratteri gialli e blu.

View post on Instagram
 

Malinovskyi&Miranchuk: amici in guerra e pace

Per parlare del suo connazionale Ruslan Malinovskyi, che in Europa League aveva scritto NO WAR IN UKRAINE e ci sperava: se l’era preparata sotto la divisa in caso di gol… E all’Olympiacos ne ha fatti due. Era il più atteso di Atalanta-Sampdoria ma non ha potuto giocare… E prima del match ha abbracciato Vladyslav Supryaga “avversario compatriota”, attaccante blucerchiato.

View post on Instagram
 

Per parlare del russo Aleksey Miranchuk che ha segnato per l’Atalanta e per il compagno Malinovskyi, amico sincero. L’ha fatto a testa bassa, senza esultare, così sommesso e quasi imbarazzato: proprio lui protagonista sul campo mentre molti atleti connazionali vengono espulsi da gare ed eventi. Per la colpa d’essere russi.

View post on Instagram
 

I dolori degli atleti russi

Eppur diversamente dalla credenza popolare, Putin non è più così popolare nel suo paese. Specialmente tra i giovani voraci di libertà culturali e onestà intellettuale: loro che non s’informano dalla “vecchia” televisione che in Russia è organo di propaganda autocratica e autoreferenziale. Media statali che riportano della guerra come operazione di routine per salvare il Donbass da un genocidio per mano dell’Ucraina nazificata.

I giovani no, non ci credono, criticano e contestano. E gli atleti viaggiano russi per l’Europa e per il mondo. Magari non fanno resistenza attiva alla guerra, ma non ci credono e non aderiscono dalla loro distanza molto privilegiata. Che è anche una cassa di risonanza questa sì da non sprecare.

View post on Instagram
 

Un coro di voci critiche

Così alcuni di loro s’espongono e anche tra i più famosi, come l’attaccante della Dinamo Mosca e della Nazionale russa Fedor Smolov, o l’hockeysta Alexander Ovetchkine, o i tennisti Daniil Medvedev nuovo numero e Andrei Rublev vincendo il torneo di Dubai. E il loro illustre predecessore Evgueni Kafelnikov che considera «Tutti coloro che hanno preso la decisione di invadere l'Ucraina come traditori della Russia e del popolo».

Per dire che non solo agli altri protagonisti e specialmente ai russi la guerra fa davvero schifo.

View post on Instagram