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L'altro protagonista della Serie A TIM: Moustapha Cissé, rifugiato calciatore

L'altro protagonista della Serie A TIM: Moustapha Cissé, rifugiato calciatoreDAZN
Non poteva giocare in Seconda Categoria da rifugiato minorenne non accompagnato e non beneficiario, per la FIFA, dell'asilo di protezione, ma all'ASD Rinascita Refugees, squadra salentina della Cooperativa Rinascita, è stato accolto in attesa di una maggiore età da calciatore. E debuttando diciottenne in Serie A TIM, Moustapha Cissé ha deciso Bologna-Atalanta segnando per il futuro. «Diamo un calcio al razzismo campanile per campanile - ci dice Vincenzo Nobile, direttore sportivo della Rinascita Refugees - e Moustapha era il nostro predestinato, prototipo grezzo dell'attaccante moderno».

Quando Moustapha Cissé ha segnato all’82’ di Bologna-Atalanta il gol che ha poi deciso la partita, debuttando in Serie A TIM a 18 anni e 187 giorni, s’è subito sparsa voce che due mesi fa giocasse in Seconda Categoria, ottavo e penultimo livello della piramide calcistica nazionale. Ma la vera notizia è che quando a sedici anni il ragazzo guineano orfano di padre è sbarcato in Italia da Conarky, non poteva nemmeno giocare a livello dilettantistico, non tesserabile da minore per le regole della FIFA perché non beneficiario dell’asilo di protezione internazionale.

Decide una commissione che in Italia è presieduta dal Ministero degli Interni e che s’orienta sui paesi di provenienza dei richiedenti, ritenendo fra loro la Guinea uno stato a basso rischio: “declassando” la scelta di Moustapha da espatrio in pericolo di vita a occasione di miglior fortuna. «È un danno per molti ragazzi da un punto di vista dell’uguaglianza sociale e non solo in termini di diritto allo sport: una disparità di trattamento che, diversamente da quanto accade nell’atletica, penalizza il calcio dilettantistico come primo approdo a un modello integrativo». Ce ne parla Vincenzo Nobile, il direttore sportivo dell’ASD Rinascita Refugees che ha migliorato la vita di molti minorenni stranieri non accompagnati, tra cui quella di Moustapha Cissé.

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Rinascita Refugees: cooperativa del gol

L’ASD Rinascita Refugees è una società di Seconda Categoria composta di giocatori africani richiedenti asilo e ospiti della Cooperativa Rinascita di Copertino: ragazzi che vivono in una struttura solidale per minori e s’allenano il giovedì sera a Carmiano, su un sintetico a nove prenotato come per il calcetto fra amici, e giocano in campionato sul campo di Leverano, alternandosi alla prima squadra che milita in Promozione. Siamo nei paraggi di Lecce e questo è un piano visionario eppure verissimo, un’idea vitale che parte da una realtà cooperativa di tre paesi salentini: in Seconda Categoria dove, si sa, la rivalità scorre fra comuni limitrofi.

«Proprio così - spiega Vincenzo Nobile, che amministra il progetto occupandosi del tesseramento dei rifugiati e richiedenti asilo - Diamo un calcio al razzismo campanile per campanile e ce l’abbiamo scritto sulle divise fin da quando abbiamo iniziato in Terza Categoria. Combattiamo gli stereotipi in un contesto di periferia, ma che nulla toglie all’importanza di una missione integrativa. Anzi, a questi livelli gli animi s’accendono facilmente e c’è solo una rete, quando c’è, a dividere gli spalti dal campo. Così noi cerchiamo di sensibilizzare il pubblico, ma anche la trance agonistica di ragazzi che hanno storie dure di povertà e violenza. Minorenni che hanno sopportato viaggi lunghissimi per cercare di migliorare la loro vita e per questo vanno supportati».

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Seconda Categoria, seconda vita

Sono giocatori che non provengono da scuole calcio e frequentano corsi professionali per essere avviati al lavoro, assunti da aziende locali. Perché non tutti hanno o avranno il talento grezzo e purissimo di Moustapha Cissé, che viveva nel centro d’accoglienza aspettando la maggiore età per diventare un calciatore.

«Purtroppo, non poteva giocare in campionato, ma era parte integrante della nostra comunità per minori stranieri non accompagnati. Non poteva essere tesserato, ma un osservatore dell’Atalanta l’ha visto giocare in amichevole contro la primavera del Lecce e poi abbiamo vinto il Progetto Rete, promosso dalla FIGC fra centri d’accoglienza su tutto il territorio nazionale e che si sviluppa per fasi regionali e interregionali. Abbiamo vinto le fasi finali a Roma, allo Stadio dei Marmi, alla presenza del presidente FIGC Gabriele Gravina e del “nostro” Vito Tisci (Presidente del Comitato regionale pugliese di calcio della Lega Nazionale Dilettanti, ndr), dei tecnici del settore giovanile scolastico e di molti osservatori. Un torneo che ha la bontà di promuovere diritti e integrazione, ma è anche una vetrina che Moustapha ha saputo sfruttare da predestinato».

Moustapha Cissé con la maglia dell'Atalanta

Baye Hassane padre, allenatore, mediatore

E poi con Vincenzo Nobile c’è un altro uomo stupendo nel centro nevralgico della Cooperativa Rinascita: è il quarantenne Niang Baye Hassane, ex-calciatore della Nazionale senegalese Under-18 e oggi mediatore linguistico a Lecce:

«È l’allenatore dell’ASD Rinascita Refugees e li allena in italiano per facilitare la loro integrazione nel rispetto dei loro idiomi e religioni, delle loro culture e diversità. Li allena, li educa corpo e mente, guida il pulmino e si occupa dei pasti nel giorno della partita, perché dopo il novantesimo c’è il cous cous di squadra. È come un padre per loro, ma ci terrei a dire un’ultima cosa importante, anzi due: che ci sono anche due giocatori italiani e che siamo forti! Secondi a pochi punti dalla capolista».

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Sulla terra dell'accoglienza

Questo è stato e ha rappresentato in termini sportivi ed esistenziali il passato molto prossimo di Moustapha Cissé, cha ha un futuro raggiante grazie al centro che l’ha accolto, la Cooperativa Rinascita, e la squadra che in Italia gli ha dato il primo pallone. Prima della sera dei miracoli che a Bologna ha accolto la sua stella. La numero 99, l'ultima maglia della rosa che veste su misura dell'ultimo protagonista.

Serie A TIM, 2021/22: Moustapha Cissé celebra la vittoria al Dall'Ara, Bologna-Atalanta 0-1

Nato il 14 settembre 2003, divenuto maggiorenne, Moustapha Diaba Cissé ha siglato 18 gol in 8 partite di Seconda Categoria con la Rinascita Refugees. Giunto a Zingonia il mese scorso (l'Atalanta ha liberato uno slot da extracomunitario per tesserarlo) in Primavera ha segnato all’esordio contro il Napoli e una doppietta al Milan, aggregato in prima squadra con i coetanei Giorgio Scalvini, che ieri ha giocato un gran bel primo tempo, e Tommaso De Nipoti. Il gol che Cissé ha segnato all’82’ di Bologna-Atalanta 0-1 è di quelli notevoli: controllo su assist di Pasalic e sinistro piazzato in porta, una rete da 3 punti a 17 minuti dal suo ingresso in campo per un crucciato Muriel. Sulla terra dell’accoglienza, fra pensieri dolci e meravigliosi.

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"L'altro protagonista" racconta ogni settimana su DAZN storie di grandezze sommerse, sogni e resistenze, tiri sporchi, mancini, esistenziali. Quella di Moustapha Cissé, autore del suo primo gol in Serie A TIM nell'ultimo match della trentesima giornata, è il miglior calcio (e pure forte nel culo) a quelle scorie umane che ancora sabato sera, a Cagliari, nel 2022, hanno berciato offese razziste a Mike Maignan e Fikayo Tomori. Mentre la Serie A sceglieva "Keep Racism Out" come suo messaggio indispensabile e vitale. Se sapete leggere e siete finiti qui, vergognatevi.