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Il Napoli e la ricetta "anti-crisi": tra ritiro e mercato, De Laurentiis e Mazzarri aspettano i veri "colpi"

Francesco Fontana
Il Napoli e la ricetta "anti-crisi": tra ritiro e mercato, De Laurentiis e Mazzarri aspettano i veri "colpi"DAZN
In attesa di ulteriori acquisti (già ufficiale Mazzocchi dalla Salernitana, si lavora per Samardzic dell'Udinese), gli azzurri vogliono riavere i big al top fisicamente e mentalmente: la rimonta per la Champions League passa, soprattutto, da loro

Ritiro lungo. Per il momento “punitivo”, se anche terapeutico lo diranno la fase finale della Supercoppa italiana, ma soprattutto il derby campano di sabato contro la Salernitana. Da lunedì sera il Napoli ha creato una sorta di bolla nell’hotel di Pozzuoli, dove solitamente svolge i ritiri pre-gara. E domenica mattina, dopo la partita di campionato, volerà a Riyad dove il 18 gennaio affronterà la Fiorentina in una delle due semifinali (l’altra è Inter-Lazio).

Cosa è successo al Napoli campione d'Italia?

Questi saranno giorni di lavoro sia sul campo sia dal punto di vista mentale, con una domanda alla quale nemmeno De Laurentiis sta riuscendo a rispondere: cosa è successo ai campioni d’Italia? I punti conquistati finora sono 28, l’anno scorso di questi tempi la squadra di Spalletti chiudeva l’andata a quota 50. Fare dei paragoni sarebbe stato rischioso già in estate, ancor prima dell’inizio del campionato: farne ora non avrebbe alcun tipo di senso.

Oggi la priorità di staff tecnico, calciatori e società deve essere quella di cancellare, per quanto possibile, tutto ciò che sta ruotando “attorno”: critiche, polemiche, difficoltà di ogni genere (l'ultimo episodio riguarda la durissima risposta di Osimhen a Mamuka Jugeli, agente di Kvaratskhelia). In Serie A TIM, per mille motivi, c’è un quarto posto da agganciare: un traguardo determinante per pianificare e progettare in un certo modo la prossima stagione, ora distante solo 5 punti (seppur con tanto “traffico” in quella parte della classifica). E dopo un ritiro del genere - decisamente lungo, essendo arrivato nel bel mezzo della stagione - può e deve segnare una sorta di linea divisoria tra ciò che è stato (un’andata troppo deludente) e ciò che sarà. Ancora con Walter Mazzarri in panchina.

Victor Osimhen centravanti del Napoli in maglia neraGetty

Nella testa di Walter Mazzarri

Dopo il tonfo di Torino, alcuni rumors hanno addirittura ipotizzato le dimissioni da parte del tecnico: allo stato attuale, scenario lontano rispetto alle sue idee e ambizioni. Chi lo conosce (concetto che spesso utilizza parlando di sé), però, sa perfettamente cosa stia passando a livello psicologico: un senso di impotenza e frustrazione per avere sul petto uno stemma che ama, con il quale nel 2009 iniziò a scrivere la storia della società, ma che non riesce a valorizzare. Si sente come un leone in gabbia, Mazzarri. Considerando anche un aspetto del quale forse si sta parlando poco: rispetto alla gestione precedente, quando c’era una spaccatura evidente tra l’allenatore (Garcia) e lo spogliatoio (vedi le plateali lamentele in campo di Politano e degli stessi Kvaratskhelia e Osimhen) il gruppo è con lui.

Un allenatore esperto, navigato. A dispetto delle etichette, anche capace di farsi apprezzare dai giocatori dal punto di vista umano. In poche parole, Di Lorenzo e compagni vogliono cambiare rotta con lui. E allora, qual è il problema? Domanda da un milione di euro, alla quale vorrebbe tanto rispondere soprattutto De Laurentiis. E il ritiro – in attesa dei colpi sul mercato – può essere un primo passo per cercare la luce in fondo al tunnel.

Calciomercato: Samardzic e non solo

Proprio Di Lorenzo si è confrontato (in un clima di totale serenità e rispetto) con il presidente cercando di accorciare i tempi del ritiro: nulla da fare, ADL è sempre stato convinto che in un momento di crisi come quello attuale sarebbe stato necessario passare molte ore insieme. Anzi, l’idea iniziale di De Laurentiis era quella di trasferirsi a Pozzuoli già domenica, dall’immediato post-match di Torino-Napoli. Difficile, quindi, pensare di posticipare magari a metà settimana. Ora contano solo il campo e il lavoro, senza dimenticare il mercato. E qui, i nomi non mancano.

Dopo Mazzocchi, ufficiale dalla Salernitana, c'è attesa per Samardzic: l’accordo con l’Udinese dovrebbe arrivare sulla base di 20 milioni di euro più bonus, per il ragazzo pronto un quinquennale da 1,5 milioni (a salire). L’arrivo in Italia del padre potrebbe servire a risolvere l’aspetto dei diritti di immagine. Il tedesco aggiungerebbe molto al centrocampo azzurro, a maggior ragione dopo la cessione di Elmas (da giorni ufficiale al Lipsia), l’indisponibilità di Anguissa (impegnato in Coppa d’Africa con il suo Camerun) e la probabile partenza di Zielinski, al momento lontano dal rinnovo e vicino a lasciare da svincolato il prossimo 30 giugno.

De Laurentiis, però, vuole rinforzare anche la difesa. Sta sfumando Dragusin del Genoa (duello tra Tottenham e Bayern Monaco), ecco quindi che salgono le possibilità per Nehuén Pérez dell’Udinese: sarebbe un colpo per il presente e il futuro (l’argentino, già nel giro della Nazionale, è un classe 2000).

Samardzic, UdineseGetty Images

I veri "colpi" del mercato

Mercato, quindi, che regalerà sicuramente dei colpi. Anche se poi, a gennaio, storicamente l’inserimento non è mai facile. Servirà il “ritorno” dei big, di chi con Spalletti ha conquistato uno degli Scudetti più belli. I veri colpi saranno loro: rivedere il vero Kvaratskhelia, riavere dopo la Coppa d’Africa un Osimhen al 100% e non spesso ai box per infortunio. Un Meret decisivo con continuità, una difesa in grado di dimenticare definitivamente Kim, un centrocampo che torni a girare con il Lobotka dei tempi d’oro… Forse, al netto di chi arriverà, tutto ciò sarebbe la notizia migliore per Mazzarri. La risalita per Champions League passa soprattutto da loro.