L’elenco dei doppi ex. Sempre interessante, perché si scovano nomi che hanno fatto la storia, altri che hanno fallito e altri che, onestamente, forse tanti nel tempo hanno dimenticato. Napoli-Inter, big match di Serie A TIM, offre parecchio sotto questo punto di vista. Con varie storie che inevitabilmente torneranno alla mente.
Walter Mazzarri e il passato all'Inter
Si parte (e come potrebbe essere altrimenti) da Walter Mazzarri, probabilmente l’uomo più atteso nella sfida del Maradona: a Milano arrivò nell’estate 2013, scelto da Massimo Moratti ed esonerato nel novembre della stagione successiva su decisione di Erick Thohir, nel frattempo diventato nuovo patron nerazzurro (arrivò Roberto Mancini, di nuovo ad Appiano Gentile).
Dell’esperienza di Mazzarri all’Inter si è parlato a lungo negli anni successivi: un positivo quinto posto al primo colpo, esonero al secondo anno con una rosa “differente” rispetto alle grandi della storia dell’Inter. Lui stesso non ha mai fatto mistero di aver digerito a fatica quell’esonero, specialmente per il fatto che fosse il primo in carriera. Da avversario ha affrontato i nerazzurri varie volte, ma domenica sarà diverso: lo farà da una panchina prestigiosa, la “sua” panchina, quella di un Napoli che sta cercando di ripartire con e grazie a lui a seguito delle problematiche con Rudi Garcia. E dopo Atalanta e Real Madrid, per Walter sarà un altro, prestigioso test.
DA WALTER MAZZARRI A RAFAEL BENITEZ
Si resta in panchina, perché nel recente passato un altro big ha fatto decisamente bene da una parte, meno dall’altra. E non è un allenatore qualunque, ma un campione d’Europa che vinse nel 2005 la Champions League con il Liverpool nella clamorosa rimonta contro il Milan di Carlo Ancelotti: Rafael Benitez, anch’egli capitato all’Inter in uno dei momenti più complicati.
Subentrò nel 2010 a José Mourinho dopo il Triplete conquistato tra Roma, Siena e Madrid, riuscendo comunque a portare a casa una Supercoppa italiana e un Mondiale per Club. Poco dopo, precisamente il 23 dicembre 2010, ecco l’esonero con Moratti che scelse al suo posto Leonardo. Con Aurelio De Laurentiis, invece, decisamente altri numeri dal 2013 al 2015: in bacheca una Coppa Italia e una Supercoppa italiana, ma soprattutto lo “status” di big ormai raggiunto. Con Rafa aumentò l'appeal internazionale e arrivarono i primi giocatori di altissimo livello (vedi, su tutti, Gonzalo Higuain dal Real Madrid), a conferma di un salto definitivo tra le grandi europee. Infine, a proposito di tecnici, impossibile non citare Ottavio Bianchi: campione d’Italia con il Napoli di Diego Armando Maradona nella stagione 1986-87 (vinse anche una Coppa Italia e una Coppa Uefa), a Milano nel 1994 senza tuttavia riuscire a replicare quei successi.
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DAL NAPOLI A TRAPATTONI
Passando al campo e tornando parecchio indietro nel tempo, tra gli ex di entrambe le squadre troviamo Amedeo Amedei, che dopo le meravigliose stagioni con la Roma giocò sia con l’Inter (1948-50 con 42 gol) sia con il Napoli (47 reti tra il 1950 e il 1956).
Sfortunata l’esperienza nella squadra di Herrera di Luis Vinicio, al contrario da applausi quella in azzurro con 69 gol in più di 150 presenze dal 1955 al 1960. A proposito di Inter, anzi, di Grande Inter merita una citazione l’indimenticabile Tarcisio Burgnich, al Napoli dopo i successi nerazzurri. Stesso percorso per Mauro Bellugi, azzurro nel 1979 dopo i sette anni con l’Inter. Un rimpianto per il Napoli sarà sempre Ramon Diaz, acquistato a inizio anni ’80 da River Plate, ma mai particolarmente brillante.
Altra musica, invece, a San Siro: l’argentino fu uno dei protagonisti dello “Scudetto dei record” con Giovanni Trapattoni allenatore. Un solo anno a Milano, ma gli bastò per scrivere la storia. Altro doppio ex è il centrocampista Salvatore Bagni, campione d’Italia al Napoli proprio con Bianchi, mentre negli anni ’90 i nomi che fecero il tragitto Milano-Napoli (o viceversa) furono parecchi. Qualche nome: Shalimov e Carbone in attacco, Moriero a centrocampo, Milanese, Colonnese e Tarantino in difesa. Lì in mezzo, invece, qualche anno dopo (e si arriva all’inizio degli anni duemila), il nome più importante resta quello di Fabio Cannavaro.
TRA RIMPIANTI E… TRIPLETE
Napoletano e prodotto del settore giovanile, dopo le super stagioni con il Parma (dove formò una difesa clamorosa con Buffon in porta e Thuram accanto) fu acquistato da Moratti per rinforzare la squadra di Hector Cuper, reduce dallo Scudetto perso il 5 maggio 2002. Molti dissero che fu una scelta di ripiego dopo l’arrivo al Milan di Alessandro Nesta, ma considerare Cannavaro un’alternativa appare un’assurdità. Purtroppo per lui e l’Inter, complici anche vari infortuni, il fenomeno della difesa che nel 2006 conquisterà Mondiale e Pallone d’Oro si vide raramente. E dopo due stagioni, nel 2004 scelse la Juventus di Fabio Capello tornando il muro del Tardini.
Sempre in difesa, un giocatore di sicuro affidamento fu Hugo Campagnaro: titolarissimo nel Napoli di Mazzarri, lo fu anche nell’Inter proprio con il tecnico di San Vincenzo. Due stagioni intere per l’argentino, tra alti e bassi, poi il passaggio al Pescara (altro doppio ex in difesa fu Rolando, centrale portoghese classe ’85 ex anche del Porto). Infine, applausi dal San Paolo e dal Meazza per Goran Pandev, indimenticabile doppio ex: classe ’83, settore giovanile in quello che una volta fu Interello (nel 2002 vinse uno Scudetto e un Torneo di Viareggio con la Primavera), in Prima Squadra centrò il Triplete con Mou nel 2009-10, con Benitez anche la Supercoppa italiana e il Mondiale per Club, con Leonardo la Coppa Italia all’Olimpico nella finale contro il Palermo.
Il 26 agosto 2011 passò al Napoli con la formula del prestito, il 6 giugno dell’anno seguente fu acquistato per 7,5 milioni di euro: centrò due Coppe Italia, una con Mazzarri, una con Benitez. Queste sono le (tante) storie dei doppi ex. Quelle che sanno dare un sapore speciale a una classica del nostro calcio, una classica come Napoli-Inter.