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Nazionale, il saluto di Giorgio Chiellini in conferenza stampa

Redazione
Nazionale, il saluto di Giorgio Chiellini in conferenza stampaimago images / LaPresse

Giorgio Chiellini lascia la Nazionale, e non poteva non farlo senza le sue parole e il suo stile. Pacato e deciso. ""Mi mancheranno tutti i ragazzi. Negli anni, ho avuto davvero il piacere di condividere lo spogliatoio con tanti giovani, sono dei fratellini. Con gli anni sono riuscito a vivere con un po' più di leggerezza e serenità tutto ciò che facciamo", le parole del capitano. Pronto al passo d'addio. 

Dalla prima volta a Coverciano - "era il '99" - all'ultima, anche se "a Coverciano si torna per forza, qualsiasi cosa si voglia fare in futuro...". 

2021-10-06-italy-chiellini-spain-luis-enrique(C)Getty images

Il futuro di Chiellini

Già, il futuro. Quale, per Giorgio? "Valuterò tutto dopo, mi voglio godere a pieno questi giorni. Dopo Londra, andrò con le mie bimbe a Disneyland e c'è tutto giugno per decidere. Non pensavo si potesse complicare la vita per il Mondiale, i due pareggi di settembre mi hanno fatto accendere un po' la lampadina, poi a novembre e a marzo non siamo arrivati alle partite nelle migliori condizioni".

Chiellini è contento che "sia rimasto il ct Mancini, per me è garanzia di crescita e con lui si potrà difendere il titolo europeo tra due anni. E con lui, si possono dare le giuste convinzioni all'ambiente e al gruppo". Su Los Angeles non si sbilancia: "Cosa pensa la mia famiglia? Lasciamo perdere. Servirà anche il loro ok". 

Chiellini

Una carriera incredibile

C'è una parola per dare un senso alla sua carriera: "Inimmaginabile. La Nazionale è il sogno di tutti i bambini e non potevo pensare un percorso del genere. Sono stato me stesso. L'ho già detto, ognuno porta nello spogliatoio le sue caratteristiche, io sono una persona pacata e serena e ho provato a trasmettere questi valori agli altri".

Chiello ammette di non aver preparato ancora un discorso, probabilmente "proverò a farli sorridere". Non ci sarà commozione, ma serenità: "Io non ho rimpianti. Certo, volevo vincere la Champions e il Mondiale ma ciò che ho imparato nel corso della mia crescita è anche la cultura della sconfitta". A proposito, dispiace per il rapporto coi Mondiali? "Io credo nel destino. Nel 2006 ero parte del gruppo, ma poi giustamente non andai in Germania. Nel 2010 e nel 2014 abbiamo vissuto Mondiali deludenti ma ci sono stati... Volevo cambiare la mia storia coi Mondiali, ma purtroppo non ce l'ho fatta. Al contrario, gli Europei li ho sempre vissuti da protagonista e l'ultimo l'abbiamo vinto".