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Newey-Ferrari, stallo nella trattativa: lui vuole venti ingegneri, Maranello non risponde

Paolo Filisetti e Luigi Perna
Newey-Ferrari, stallo nella trattativa: lui vuole venti ingegneri, Maranello non rispondeN/A
Nell’estate calda dell’Hungaroring cala il gelo sul possibile accordo fra la Ferrari e Adrian Newey. La trattativa è stata un lungo corteggiamento, cominciato quando il geniale progettista inglese ha annunciato che lascerà la Red Bull dal primo aprile dell’anno prossimo. C’era stata subito la mossa di Frederic Vasseur, volato a Londra per incontrarlo, poi le discussioni sono continuate per oltre due mesi, fino ad arrivare a un confronto sulle bozze del contratto. Ma l’esito non è stato quello che sperava la Scuderia di Maranello. Le condizioni poste da Newey per assumere il ruolo di supervisore tecnico si sono rivelate più ampie e complesse di quello che si potesse immaginare, portando a uno stallo (forse non superabile) nelle contrattazioni.  L’arrivo di Newey, caldeggiato a inizio maggio dalle dichiarazioni al miele di Lewis Hamilton e Charles Leclerc al GP di Miami, avrebbe permesso alla Ferrari di attingere alla sconfinata esperienza del tecnico più vincente della storia moderna della F.1, presupposto per la svolta già cercata attraverso l’ingaggio del sette volte iridato, che nel 2025 abbandonerà la Mercedes per vestirsi di rosso. Invece tutto si è fermato e sono tornate a riaffiorare le ipotesi che Newey possa andare all’Aston Martin, dove il magnate Lawrence Stroll metterebbe sul piatto 100 milioni di dollari per quattro anni, o alla McLaren rilanciata dal team principal italiano Andrea Stella. Recentemente si è parlato anche della volontà della Ferrari di sfilarsi da una gara al rialzo dell’ingaggio di Newey, innescata proprio dalla Aston Martin, dimenticando però che McLaren non sarebbe disposta a sborsare cifre paragonabili.  Il denaro, in realtà, c’entra in questa faccenda. Ma non per le richieste di Newey, al quale la Ferrari avrebbe comunque garantito circa 10 milioni di dollari a stagione, bensì per i costi che comporterebbe l’operazione nel suo complesso. Il mago dell’aerodinamica, direttore tecnico della Red Bull per vent’anni, avrebbe infatti richiesto di portare con sé una nutrita schiera di suoi fedelissimi. Si tratterebbe di venti ingegneri di un certo rilievo. Per cui l’impatto economico dell’affare ricadrebbe pesantemente anche sul “budget cap” della squadra. Come ben noto, infatti, solo i tre stipendi più elevati di un team di F.1 non rientrano nella contabilità legata al tetto di spesa imposto dal regolamento: in genere quelli del team principal e dei piloti. Quindi l’ingaggio del nutrito manipolo di tecnici legati a Newey imporrebbe cambiamenti anche nell’attuale organigramma della Scuderia, per disporre di un margine di risorse economiche da destinare al progetto e allo sviluppo della monoposto del 2026. Sembra che sia stata valutata la possibilità di dirottare alcuni tecnici verso il programma Endurance della Ferrari, che ha appena vinto per la seconda volta di fila la 24 Ore di Le Mans, ma non sarebbe stata un’opzione semplice da mettere in pratica o risolutiva. Perciò, dietro alla brusca frenata nella trattativa, non ci sarebbero state solo le ragioni personali di Newey, che vuole vivere in Gran Bretagna.  Nel frattempo, nel paddock di Budapest si rincorrono le voci sul sostituto di Enrico Cardile, che ha appena lasciato il ruolo di direttore tecnico della Ferrari, attirato dall’offerta Aston Martin. Di certo a ottobre approderà alla Ferrari il francese Loic Serra, voluto da Vasseur, per occuparsi del telaio e dello sviluppo performance. In quanto a Newey, pare che lui e Waché abbiano seguito un percorso di sviluppo sulla RB20 non condiviso e questa sarebbe uno dei numerosi motivi che avrebbe indotto il Genio ad abbandonare il team. Le conseguenze per la Red Bull si vedono già, con un Max Verstappen insoddisfatto della vettura, ormai raggiunta dalle rivali. Non è un caso che Paul Monaghan, responsabile dell’ingegneria in pista della Red Bull, abbia dichiarato: "L’uscita di Newey è una perdita per il team, soprattutto per la sua capacita di analizzare i problemi della vettura singolarmente e trovare possibili soluzioni con una logica ineccepibile, ma anche per la sua capacità di rendere armonico il lavoro dell’intero ufficio tecnico". Ecco perché tutti lo inseguono.