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DAZN intervista Ceccon, Martinenghi, Burdisso, Miressi: il gioco serio della staffetta mista

DAZN intervista Ceccon, Martinenghi, Burdisso, Miressi: il gioco serio della staffetta mistaDAZN

Il più "vecchio" è Alessandro Miressi , torinese a stile libero, di poche parole e molte medaglie: oro agli Europei di Glasgow nel 2018, 3 volte iridato in vasca corta ad AbuDhabi 2021, medaglia d’argento e di bronzo nelle staffette di Tokyo 2020 .

Due volte sul podio olimpico con il dorsista Thomas Ceccon , che è il più polivalente e s’allena nel suo profondo Veneto.

Due volte sul podio olimpico come Federico Burdisso , che ha vent’anni e studia alla Northwestern University di Chicago Illinois , bronzo nei 200 farfalla di Tokyo 2020.

Due volte sul podio olimpico  come Nicolò Martinenghi, bronzo dei 100 rana , di cui è campione europeo in vasca corta.

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4x100 e tutti per uno

Il nuoto è una fitta trama di tempi e distanze , di stagioni assolute e annate mondiali, quadrienni olimpici, progressioni cronometriche, primati personali e record del mondo limati di centesimi. È una scienza sportiva applicata alla resistenza dell’acqua e alla forza del corpo-atleta come strumento di precisione.

E poi c’è una staffetta nata un po’ «per gioco serio» , come dice Martinenghi, e fattasi medaglia agli indimenticabili Giochi Olimpici di Tokyo 2020 : la 4x100 mista in 3’29”17, un bronzo per quattro dietro agli Stati Uniti di Caeleb Dressel (3’26”78, record del mondo) e la Gran Bretagna di Adam Peaty (3’27”51, record europeo).

Martinenghi: «In effetti noi non siamo l’esempio più emblematico di come si costruisce una staffetta , visto che fino a pochi mesi prima dei Giochi, non eravamo nemmeno qualificati! Siamo quattro ragazzi che si conoscono fin da piccoli e ci siamo ritrovati un po’ per caso in finale olimpica col miglior tempo ».

Burdisso: «Però siamo molti uniti ed è proprio questo il segreto della nostra staffetta , più che la nascita di un progetto a lungo termine».

Martinenghi: «Uniti e con caratteri molto diversi. Una diversità che forse ci completa quando nuotiamo insieme ».

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Burdisso: «Per esempio a Tokyo, in quella mezzora abbondante in camera di chiamata, c’era bisogno di chi sdrammatizzasse la tensione, come me e Thomas, e chi richiamasse all’ordine, come Ale e Nico».

Martinenghi: «Eh sì! Venti minuti di vostro “cazzeggio”, Ale muto e io che cercavo di concentrami!».

Miressi: «Io ero triste e deluso dalla mia gara individuale».

Burdisso: «E infatti senza di te abbiam fatto il record del mondo giovanile nel 2017, agli Europei di Netanya (3’35”24 e ridono, ndr). Con Davide Nadini a stile, a conferma del fatto che comunque ci combiniamo da molto tempo».

Tokyo 2020, Federico BurdissoGetty

Si vede subito che i ragazzi son felici di rivedersi, come dei “vecchi” amici che vivono distanti (Torino/Varese/Vicenza/Chicago) e ridono e giocano, e forse è vero che insieme nemmeno si prendono così sul serio , anche se quando c’è da sfatare la funzione superflua della staffetta nei programmi di uno sport così “individuale”, ci pensa Miressi, come un leader silenzioso, a spiegare che succede quando si nuota in frazione:

«Certo che quelli bravi dicono che io faccio la gara regina, eppure le staffette non sono dei riempitivi perché il risultato di squadra implica delle responsabilità diverse . È una sfida corale che ci rende molto fieri e consapevoli del nostro impegno reciproco».

Ma se facessero una mista scambiandosi gli stili?

Miressi: «Sarebbe orribile».

Martinenghi: «Loro potrebbero alternarsi e fare comunque una bella frazione, io non potrei mai nuotare un altro stile».

Miressi: «Nemmeno io!».

Ceccon: «Eppure abbiam fatto una staffetta un po’ strana nel 2018 a Buenos Aires , alle Olimpiadi Giovanili. Io rana, Burdisso delfino, Marco De Tullio a stile libero e Johanne Calloni a dorso. E abbiamo pure vinto la medaglia di bronzo!».

Thomas Ceccon omaggia i dorsisti statunitensi (Arena)Arena

Un mix vincente di stili e caratteri

Alto, magro, capelli lunghi, Thomas Ceccon può sembrare un po’ “stralunato”, ma ha il fascino spontaneo di chi dice quel che pensa . Come quando spiega di far fatica a realizzare i suoi successi in vasca: « Non riesco mai godermi le vittorie e vale anche per i Giochi Olimpici . Il raggiungimento di grandi risultati come le medaglie di Tokyo 2020 mi esorta “solo” a far più fatica». Oppure quando ammette che «Anche se quest’anno gli Europei si fanno a Roma, per me è più importante il Mondiale. Anzi, non c’è confronto».

Forse perché con Ceccon è il più giovane, Federico Burdisso è incitato dagli altri a rispondere alle domande un po’ più “serie” e lui non si sottrae, anzi mettendoci padronanza argomentativa: « Le medaglie non mi cambiano. Sono un atleta da percorso, più che da obiettivo . Mi piace il lavoro che faccio costantemente, ogni giorno per raggiungere un risultato, appagato degli sforzi e sempre un po’ più oltre il limite. E il mio coach mi dice sempre di essere fluido come l’acqua per farmi scivolare tutto addosso ».

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Nicolò Martinenghi è uno dei migliori ranisti del mondo e certi li chiamano gli artisti dell’acqua perché dev'esser vero che ranisti si nasce: uno sport a parte nel nuoto, uno stile in continua evoluzione. E la sua posizione sull’assenza per infortunio di Adam Peaty ai prossimi Mondiali di Budapest 2022 (dal 17 al 3 luglio) è molto molto chiara:

«Non avverto più pressione senza Peaty e tempi alla mano, non sarò comunque il favorito dei 100. In realtà la sua assenza è negativa, perché è un vuoto profondo: mi mancherà misurare il distacco dall’atleta da battere ed è uno stimolo di cui ho bisogno da sempre , avendo condiviso con lui tutte le gare più importanti. Sarà destabilizzante. Non avrò un punto di riferimento dentro e fuori dalla vasca , perché Adam è quello che ti dà il consiglio prezioso, che ti fa sentire bene anche se gli arrivi sempre dietro».

Tokyo 2020, il podio olimpico dei 100 rana con Adam Peaty e Nicolò Martinenghi.Getty

Peaty e i russi: assenze mondiali

Ceccon: «Condivido appieno. Anche a dorso mancheranno i due russi che detengono i migliori tempi dei 100 : Evgeny Rylov, campione olimpico dei 100 e 200, e Kliment Kolesnikov. Kliment mi ha sempre battuto, ma sarà comunque una grande sfida con gli americani fra cui Hunter Armstrong, che ha la mia età e ha appena stabilito il record del mondo dei 50 dorso (23”71, ndr)».

Miressi: «Kolesnikov a Tokyo 2020 è andato a medaglia anche nei 100 stile libero. Peccato perché è più “figo” batter tutti e c’è meno gusto senza scontro diretto».

Ceccon: «Fede (Burdisso, ndr), per te è normale! I 200 farfalla non li fa mai nessuno!».

Si scherza e si torna seri sulle  esclusioni degli atleti russi  destinate nel nuoto a stravolgere le corsie delle finali: «È stata una scelta politica e se i provvedimenti politici hanno ragioni molto concrete, quelli che colpiscono gli atleti non sono molto spiegabili in termini sportivi », dice Martinenghi.

Tokyo 2020, Nicolò Martinenghi (Getty)Getty

Budapest e Roma: il futuro prossimo del nuoto

Miressi: «Noi però non dovremo distrarci per essere al meglio sia ai Mondiali che agli Europei, con buone ambizioni e aspettative sia di tempo che di medaglia».

Martinenghi: «Sì, all’inizio dell’anno, in termini di programmazione tecnica e progressione dei tempi, l’obiettivo prefissato era l’Europeo anche per l’occasione, che probabilmente sarà unica per tutti noi, di gareggiare in casa (a Roma dall’11 al 21 agosto, ndr)».

«Sì però i Mondiali li devi vincere», si sente il solito Ceccon sottofondo…

Martinenghi: «Dai che s’era detto d’essere un po’ filosofici, senti qua… Sott’acqua puoi dedicarti a te stesso, con il corpo e con la mente . Hai tempo per pensare, valorizzando la tua solitudine ».

Ceccon: «Ma se t’alleni mezz’ora al giorno!?».

Si lascia fare che son ragazzi e han voglia di stare insieme. E questo loro gioco serio ancor vincere li farà.

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