Un anno fa Sofia Goggia ha mancato i Mondiali di Cortina per la frattura a Garmisch del piatto tibiale. Cortina funesta - ma avrà tempo di sfatarla alle prossime Olimpiadi - quando lo scorso 23 gennaio è caduta subendo la lesione parziale del legamento del ginocchio sinistro e una microfrattura del perone. Fra gli incidenti, 10 gare di Coppa del Mondo dominate in velocità: 2 SuperG e 8 Discese, l’ultima sulle Tofane il giorno prima dell'infortunio.
Sofia Goggia, il cuore giù dalla pista
Sono stati ventiquattro giorni di calvario fisico (e alimentare) e speranze italiane raccolte intorno alla campionessa di PyeongChang 2018. E Sofia è stata una donna in missione olimpica che ha pianto e sofferto per arrivare fin qui, a Yanqing, soffiando nell’aria gelida un bellissimo respiro di sollievo dopo la prima prova, ricostruendo la sua sciata al secondo giorno bianco di una Discesa vitale. Gettando il cuore giù dalla pista, urlando la sua fierezza al traguardo, vincendo una medaglia d’argento più lucente dell’oro, più importante di tutto.
È stata un’altra storia olimpica di vita resistente e di magnifico atletismo dopo l’argento di Gregorio Paltrinieri a Tokyo 2020, affetto da mononucleosi alla vigilia dei Giochi. Greg e Sofia, accomunati da una voglia di vincere per natura superiore e da una medaglia prodigiosa che vale più d’un titolo annunciato. Sarebbero state assenze tristi e immeritevoli. Sono diventate imprese stupende.
Nadia Delago, la sorella d'Italia
Come la medaglia di bronzo di Nadia Delago, “la sorella di Nicole”, velocista classe 1997 mai stata su un podio di Coppa del Mondo e oggi velocissima, raggiante, spettacolare, sorprendente. Beati coloro che manterranno la foto di lei, Sogia Goggia ed Elena Curtoni ai primi tre posti di una Discesa olimpica già nel suo vivo, con molte rivali già dietro prima che la sola Corinne Suter riuscisse a scavare nel nostro sogno, a precedere Nadia e Sofia.
Corinne Suter: l'anti-Goggia
In fondo l'elvetica è l’anti-Goggia, campionessa del mondo in carica senza Goggia e da oggi anche olimpica, con una Goggia dal cuore immenso, la mente indomita e il corpo quasi guarito. Si sapeva di lei e d’una Svizzera atomica nello sci, che a Pechino ha vinto fin qui la metà degli ori: Beat Deuz e Corinne Suter in Discesa, Marco Odermatt in Gigante, Lara Gut in SuperG. Atti di forza dei campioni veterani e nascenti.
Le doppiette italiane alle Olimpiadi
Ma tornando e ritornando, e poi ancora e ancora, alle nostre meraviglie: per la quinta volta nello sci olimpico, l’Italia mette due medaglie sul podio e l’origine della doppia specie ha appena compiuto cinquant'anni: furono i cugini Gustav e Roland Thoeni d’argento e bronzo nello Slalom di Sapporo 1972, sorpresi dallo spagnolo Francisco Fernandez Ochoa nel suo giorno di grazia. Quattro anni dopo a Innsbruck e sempre in Slalom, Piero Gros vince l’oro olimpico davanti a Gustav Thoeni.
Nella Combinata di Albertville 1992, Josef Polig e Gianfranco Martin salgono sui gradini più alti del podio, mentre l'unica doppietta al femminile prima di Goggia-Delago è quella di Daniela Ceccarelli e Karen Putzer, oro e bronzo del SuperG di Salt Lake City 2002.