Therese Johaug (sci di fondo)
Ha vinto il primo e ultimo oro di Pechino 2022, dallo Skiathlon alla maratona bianca del fondo - un martirio di freddo e vento in quel di Zhangjiakou - e la 10 chilometri nel bel mezzo dei Giochi Olimpici. Therese Johaug ha fatto un altro sport e con Johannes Klaebo è l’espressione più aurea della Norvegia sovrana del medagliere con 16 ori, 8 argenti e 13 bronzi. Sono belli, biondi e pure glamour questi sciatori d’un paese che regna sui Giochi senza isterie collettive. “In fondo” e in tutti i sensi ci sono luoghi polari in cui con gli sci ci si sposta da A a B: dove lo sport ha una logica esistenziale.
Irene Schouten (Pattinaggio di velocità)
É una funzione identitaria che mette la Norvegia sugli sci e l’Olanda sui pattini, perché le 8 medaglie d’oro dei tulipani d’inverno vengon tutte in pista lunga (6) e Short Track (2) e solo 3 sono d’una splendida Irene Schouten vincitrice dei 3000, 5000 metri e Mass Start. L’avete vista scivolare elegante e sorridente con Francesca Lollobrigida, questa regina del ghiaccio imbattibile a Pechino. Un po’ meno, ovvero "solo 2 ori" per la sua connazionale Suzanne Schulting, che in pista corta ha battuto Arianna Fontana nei 1000 metri (confermando il titolo di PyeongChang) e in Staffetta, preceduta dalla nostra sui 500 e 1500m. Il pattinaggio olandese è fatto di bellezza pratica.
Lindsey Jacobellis (Snowboard Cross)
La sua storia di redenzione l’abbiam già raccontata e qui la riassumiamo perché è proprio bella e finalmente vincente. A Torino 2006, prima edizione del Boardercross, fece un ultimo salto alla Shaun Palmer per i fotografi, rovinando nella neve una finale olimpica fin lì dominata. Per sedici anni ha patito le variabili d’una disciplina affollata, tavola contro tavola e talvolta di contatto: inforcata a Vancouver, caduta a Sochi, quarta per due centesimi a PyeongChang. E poi diventata donna, smaltita ormai ogni scoria acrobatica dello Snowboard preolimpico, quando tutto sembrava finito, Lindsey Jacobellis ha vinto due medaglie d’oro alla sua quinta e ultima Olimpiade. La seconda in coppia con Nick Baumgartner, che ha pregato fino all’ultimo salto perché Lindsey, molto tempo dopo la sciagurata Bardonecchia, non se ne inventasse un’altra.
Eileen Gu (Sci Freestyle)
La Cina cercava la sua icona olimpica e l’ha trovata a San Francisco in tempi di guerra fredda, mediatica e diplomatica con gli Stati Uniti d’America. Si chiama Eileen Feng Gu, Gu Ailing o 谷爱凌 e comunque la si legga, anche se è nata e cresciuta in California, a Beijing 2022 ha gareggiato per la Cina e vinto a diciott’anni due ori olimpici nel Freestyle Skiing (Big Air e Halfpipe) e l’argento Slopestyle. Eileen Gu è nata nel 2003 ma dei Giochi non è mai stata outsider, anzi, già campionessa degli ambitissimi X Games statunitensi e modella per Louis Vuitton, ne era una delle protagoniste annunciate e compiuta la missione, è diventata una star. Che brilla nei cieli del mondo da San Francisco a Pechino.
Gut-Suter-Gisin (sci alpino)
Le Olimpiadi sono un Gioco di squadra e il miglior successo “di squadra a livello individuale” l’ha avuto la Svizzera nello sci alpino, con 5 titoli in dieci “gare miste”. E se Beat Feuz e Marco Odermatt hanno vinto Discesa e Gigante maschili, gli ori femminili sono stati addirittura 3: Lara Gut imprendibile in SuperG, Corinne Suter anti-Goggia in Discesa e Michelle Gisin in difesa perfetta della Combinata di PyeongChang, la più completa eppure fatalmente lesa in Coppa del Mondo dalla coppia Vlhova-Shiffrin. Ee ecco che sul nome di Mikaela Shiffrin si va in testacoda, ma non è certo questa sede per scrivere dei suoi Giochi stramaledetti.