Sarà pure un’edizione olimpica politicamente molto discussa, dal boicottaggio diplomatico che poi s’è scoperto anche mediatico degli Stati Uniti d’America - il 60% dei repubblicani e il 43% degli americani di orientamento democratico hanno dichiarato il proprio disinteresse per i Giochi cinesi, vittime d’indifferenza televisiva - alle “relazioni pericolose” di Xi Jinping e Vladimir Putin. Eppure sul campo, e proprio grazie agli USA, cadono barriere.
È come se il DJ giamaicano Benjamin Alexander, laureato in ingegneria ed ex-finanziere, avesse scritto il proemio giungendo ultimo nel Gigante di ieri, a un minuto e nove secondi di distacco da Odermatt. Alexander, che ha 38 anni e fino al 2015 non era mai salito sugli sci, ha dedicato la sua “piccola enorme” impresa a chi non nutre i propri sogni e ai bambini, che ci guardano per cambiare le cose.
Erin Jackson, il primo oro afroamericano
Così Erin Jackson è diventata la prima atleta afroamericana campionessa ai Giochi Olimpici Invernali, medaglia d’oro dei 500 metri di pattinaggio in pista lunga, preceduta dal solo connazionale Shani Earl Davis vincitore dei 1000 metri a Torino 2006 e Vancouver 2010.
Con un trascorso in linea (come la nostra Francesca Lollobrigida) da 7 titoli mondiali e il passaggio al ghiaccio poco prima di Pyeongchang 2018 (24a), a Pechino ha rischiato di non esserci, caduta ai Trials e ai Giochi solo per la rinuncia di Brittany Bowe, prima in qualifica, già olimpionica (bronzo in staffetta) e 5 volte iridata in carriera con record del mondo. E infine amche lei Beijing 2022 grazie alla riallocazione delle quote mondiali alla vigilia delle Olimpiadi... E credibilmente grazie al karma.
Kaillie Humphries: U-S-A, U-S-A
“Speedy J” riporta negli Stati Uniti il titolo sulla distanza più breve del pattinaggio a ventotto anni dalla strepitosa Bonnie Blair, 5 volte campionessa olimpica fino a Lillehammer 1994. Ma il gran giorno americano a Pechino prosegue con l’oro di Kaillie Humphries alla prima edizione olimpica del monobob femminile sulla strada, anzi giù per la pista ghiacciata della parità di genere.
Ma Kaillie Humphries, a proposito di “geopolitica sportiva”, è anche la prima donna a imporsi nella storia dei Giochi invernali per due Paesi diversi. Otto anni fa a Sochi 2014 festeggiava per il Canada la sua seconda medaglia d’oro nel bob a due. Oggi scende e balla da sola con le stelle e strisce sulle spalle, urlando U-S-A, U-S-A. A Pechino ha battuto (di 1,54 secondi!) la pluridecorata e sua rivale di sempre Elana Meyers Taylor, divenuta compagna di squadra.