Gli 11 Slalom disputati in Coppa del Mondo 2021 hanno avuto 7 vincitori e a Marco Schwarz sono bastati due successi, gli stessi di Clement Noel a Chamonix e Kranjska Gora, per vincere la Coppa di Specialità. Idem in questa stagione con 6 vincitori in altrettante prove: Noel (Val d’Isere), Sebastian Foss Solevaag (Madonna di Campiglio), Johannes Strolz (Adelboden), Lucas Braathen (Wengen), Dave Ryding (Kitzbuhel) e Linus Strasser (Schladming).
"Quando scia così è imbattibile"
Lo Slalom olimpico di Yanqing, oltreché il più ambito del quadriennio, voleva scegliere il migliore e dev'esserci riuscito, decretando il ventiquattrenne francese Clement Noel medaglia d’oro di Pechino 2022 davanti a Strolz, già campione olimpico di Combinata, e all’iridato di Cortina 2021 Sebastian Foss Solevaag.
Ma perché Noel dovrebbe essere il più forte? Perché l’età lo sta proiettando nel pieno della sua maturazione tecnica e mentale fuori dal tunnel della paura. Allenato dal bravissimo Simone Del Dio, allo stato attuale solo di Noel si può dire che “Quando scia così è imbattibile”.
Baciato da una classe esclusiva, precursore di un nuovo stile di sci fra i pali "sempre più" stretti, sesto a metà gara olimpica, Clement ha messo in pista una seconda manche strepitosa di quelle che passano per irripetibili: ha danzato sugli sci, rimontando 38 centesimi a Strolz, secondo finale a +61. È venuto fuori un balletto capolavoro, diretto da Jacques Theolier nello scenario pechinese di sole, freddo e neve dura: di quelli da dieci minuti d’applausi - come i suoi successi in Slalom - che batton sotto i guanti.
Il vecchio Razzo italiano
Lo Slalom non era una “gara italiana” anche se Tommaso Sala, esploso quest’anno, ha sciato uncentesimi con il quarto tempo di seconda manche, ottavo finale e migliore dei nostri. a gran bella prima manche da ottavo posto (a 0.45 da Strolz), assestatosi all’undicesimo finale. Anche se Giuliano Razzoli - sì, il vecchio Razzo - ha mancato il podio di 26 centesimi con il quarto tempo di seconda manche, ottavo finale e migliore dei nostri. Commosso e commovente a 37 anni, passati dodici dall’oro di Vancouver.
Vinatzer, la musica è (troppo) leggera
Alex Vinatzer di anni ne ha quindici in meno e tutto un futuro davanti, perciò niente critiche. Certo era il più atteso perché molto dotato, con quella sciata così affine all’Hors Catégorie di Noel, e non poteva che andar giù full gas nella seconda manche, sviluppando notevoli velocità d’esecuzione dopo i due gravi errori commessi in prima (+1.47). E il terzo, quello fatale, arriva a cinque porte dal traguardo: arretramento fra i pali più angolati del tracciato, punte al cielo e giù per terra.
La prima esperienza olimpica di Vinatzer a ventidue anni non preoccupa e a Milano-Cortina dovrà sciare un’altra musica. Agita solo la sua in-costanza generale perché in stagione, su otto gare disputate, ne ha finite la metà. Come l’Italia dimezzata dello sci maschile, anche se Alex e De Aliprandini saranno in parallelo olimpico con Brignone e Bassino. E chissà che mischiando bene le carte.