A Singapore, tra i volti annoiati dei piloti presenti in conferenza stampa, spunta uno sguardo fiero, deciso. Oscar Piastri sa che la sua McLaren è di nuovo al centro delle polemiche. C’è un’ala, la posteriore, che sembra creare un nuovo Drs e nel paddock non si parla d’altro, ma l’australiano taglia corto: “L’ala è legale. Nessuna bacchetta magica”. Fine delle discussioni. Una sicurezza da veterano, certamente non quella che ti aspetti da chi, di GP, ne ha corsi meno di 50. “Qui a Singapore saremo competitivi – del resto a lui questo interessa – e la vittoria di Baku è stata una bella iniezione di fiducia per noi”. In effetti, il successo azero ha significato molto per Piastri. Lui, scelto dalla McLaren per il ruolo di scudiero al compagno Norris, e subito pronto a smentire le gerarchie imposte. “Dopo il tanto lavoro svolto con una enorme pressione, la vittoria ha un sapore ancora più dolce, specie in un weekend dove la Ferrari era così competitiva – racconta l’australiano – abbiamo avuto una due giorni eccellente, sono orgoglioso”. Ma guai ad esaltarsi troppo: “So di dover migliorare ovunque e al titolo per ora non ci penso, dovrei recupere diversi punti su Max e non mi illudo, salvo succeda qualcosa di folle”.
Mai dire mai. Prima Norris, ora Piastri. Insomma, resistere a questa McLaren non è cosa facile, nemmeno se ti chiami Max Verstappen. “Vorrei soltanto una macchina più veloce”, spiega, un po’ malinconico, l’olandese in conferenza. “Temo che quello di Singapore non sarà il nostro weekend migliore. La nostra vettura non va molto bene sui dossi e qui ce ne sono molti”. Ma una resa anticipata non è da lui. “Io sono pronto a lottare, abbiamo imparato dagli errori di Baku e voglio assolutamente far bene”, spiega il campione del mondo, che ha speso anche qualche parola sulla situazione dell’amico Ricciardo. “Anche se dovesse essere la sua ultima gara, può guardarsi indietro con tanta soddisfazione. A volte le cose non vanno come dovrebbero, qui come in altri sport”.
Fonte: gazzetta.it