Rafaela Pimenta, erede dell'impero di Mino Raiola, parla così a Tuttosport di alcuni suoi assistiti.
Su Pogba
"È entusiasta. Il superpotere di Paul è quello di superare le difficoltà con una forza incredibile e una grande positività. C’è stato un momento, qualche settimana fa, nel quale mi ha detto: “Rafaela, basta. Io non voglio pensare più a niente, mi concentro sul mio ginocchio e sul recupero, perché voglio tornare a giocare”. E così ha fatto: sono sicura che non ha più ascoltato nessuno e non ha più sentito niente, perché lui è capace di escludere il mondo e concentrarsi solo su un obiettivo".
"Il ritorno? Guardi, è successo tutto ad aprile, quando Arrivabene e Nedved sono venuti a Monte-Carlo a vedere il Masters 1000 di tennis. Sono passati qui in ufficio, abbiamo chiacchierato un po’ e io ho detto loro: perché non fate Pogba? E loro hanno detto: “Certo! Per noi si può fare domani, lui verrebbe?”. E io ho risposto: “Chiamiamolo”. E così è andata...".
Pogba Juventus
"Era felice. Lui ci tiene alla Juve. Aveva altre ipotesi in ballo, ma quando ha sentito la parola Juve le ha messe immediatamente da parte. Lui ama questo club e ama l’Italia. Questo perché la Juventus gli ha dato momenti meravigliosi e le più grandi felicità. Poi sa, il giocatore rimarrà sempre legato al club dove compie il salto da sconosciuto a grande giocatore, per Paul la Juventus significa tantissimo. Da quando è andato via dalla Juventus ha sempre guardato le partite della Juventus e soffriva ed esultava per loro".
"L'operazione? La Juventus è stata molto corretta a lasciargli la libertà di decidere, perché il ginocchio è suo. Ora, lui non è un dottore e non lo sono neppure io. Abbiamo sentito molti specialisti, la maggioranza di loro suggeriva l’operazione, alcuni avevano ipotizzato una terapia conservativa. Ovvio che quando tu vorresti evitare l’operazione sei selettivo nell’ascolto e tendi andare retta a quelli che dicono: terapia conservativa... ha provato ed è andata male. Perché era convinto che con la terapia conservativa sarebbe rientrato prima. E lui aveva l’obiettivo di rientrare il prima possibile per mettersi al servizio della squadra. Per fortuna ora è finita. Tornerà presto in campo per la sua Juve".
Su De Ligt
"Io non sono convinta che lui parli male della Juventus, io credo che Mathjis fa tanta autoanalisi e fa tanta autocritica. Quando ho conosciuto Mathjis, aveva 18 anni e non aveva una carta di credito e un portafoglio, in compenso aveva sempre con sé un libro, leggeva voracemente le biografie. Lui pensa sempre al calcio e ripensa a quello che fa. Quindi credo che non stia parlando male della Juventus, club nel quale si è trovato benissimo, ma faccia una analisi di cosa è andato storto negli ultimi anni e lo esprima senza filtri come fa lui, che è una ragazzo molto trasparente. Bisognerebbe capire che tipo di domande gli vengono poste, alcune forse sono un po’ maliziose. Quando era alla Juventus non mi ha mai parlato male del club".
Su Donnarumma
"Io so che a Parigi le cose vanno bene e Gigio si trova magnificamente, ma il futuro non lo conosce nessuno".