Quando una società investe milioni e milioni di euro per costruire una squadra di campioni, lo fa per vincere. E se non vince, qualcuno deve pagare per tutti. A pagare per l'ennesimo flop in Europa del Paris Saint-Germain è stato Mauricio Pochettino, esonerato a inizio luglio per aver trionfato "soltanto" in patria, vincendo la Ligue 1, non riuscendo a centrare neanche stavolta la Champions League. Al suo posto è arrivato l'ex allenatore del Lille Christophe Galtier.
Il tecnico argentino è tornato a parlare della sua ex squadra, in particolare dell'autentica "ossessione" parigina per la Coppa dalle grandi orecchie e dal "costume" di pretendere tutto e subito dagli allenatori. "A Parigi non c'è pazienza", ha affermato.
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Fallimento in Europa e vittoria in patria
In una lunga intervista rilasciata a Infobae, Pochettino ha giudicato tutto sommato "positiva" la sua esperienza al PSG. "Abbiamo vinto Supercoppa, Coppa di Francia e Ligue 1 in un anno e mezzo ma è chiaro che il PSG deve vincere la Champions e che se non ci riesci è considerato un fallimento". Il mister non ci sta però a prendersi tutte le colpe: "Stiamo però parlando di un fallimento lungo 50 anni, non solo della scorsa stagione. Da 10-11 anni il Paris Saint-Germain vince in patria e compra giocatori con l'obiettivo di trionfare anche in Europa. E credo che ci riuscirà perché ha le risorse, anche se ci sono variabili che non si possono controllare".
L'ossessione Champions e la mancanza di pazienza
Secondo Pochettino, il problema principale del club parigino è la mancanza di pazienza. "Dobbiamo anche capire che la pazienza viene meno man mano che si va avanti. La richiesta è maggiore, dominare il campionato francese o le competizioni nazionali non basta più, perché il tifoso si è abituato a vincere questi titoli e non attribuisce loro più l'importanza che meritano. Quest'anno abbiamo vinto il decimo titolo raggiungendo il record del Saint-Étienne, le due squadre che hanno più campionati in bacheca. Sono 10 titoli, non 50, per questo credo che sia un dato molto sottovalutato".
Per le grandi(ssime) squadre però "vincere è un obbligo e se non lo fai sembra un disastro totale, ma pensano tutti alla Champions League. Tutto ciò che è diverso dal vincere la Champions è sinonimo di fallimento. Per me e il mio staff non è stato così. Abbiamo lavorato bene, ma abbiamo anche avuto sfortuna negli ultimi minuti contro il Real Madrid. Abbiamo raggiunto una semifinale l'anno scorso, poi Mbappé si è infortunato all'andata contro il Manchester City ed è andata male. E prima avevamo eliminato Barcellona e Bayern Monaco".
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Il confronto con Real Madrid e Liverpool
Sul tema coppe europee, insomma, Pochettino ha il dente abbastanza avvelenato. E come dargli torto, soprattutto se si confrontato i modelli di gestione della squadra. "Ci sono squadre che si fidano degli allenatori, come il Liverpool o il Manchester City, ci sono progetti a lungo termine che ti danno la possibilità di lavorare bene. Faccio sempre il confronto: il PSG ha vinto il campionato con 15 punti di vantaggio, ma abbiamo perso contro il Real Madrid e ovviamente siamo stati additati per questo".
Il City "viene eliminato dal Real Madrid, prende tre gol in 5 minuti ma la settimana successiva acquista Haaland e dà all'allenatore la possibilità di riprovarci ancora, di cercare soluzioni nuove e vincere il campionato inglese. I progetti sono diversi. Da un lato c'è il Manchester City che si fida di un manager, Pep Guardiola, da 7 anni. Dall'altra un PSG in cui bisogna vincere la Champions, non il campionato. È diverso e lo accetto, non è una critica".