"Con il Var, gli errori sono diminuti dell'86%". Così il Responsabile della CAN, Gianluca Rocchi, durante la conferenza stampa al Museo del Calcio di Coverciano. Il designatore ufficiale ha raccontato il percorso di "ringiovanimento importantissimo", che sta portando avanti in sintonia con la Presidenza, il Comitato Nazionale e la CAN C e la CAN D. Al suo fianco, il presidente dell'Aia, Trentalange.
Le parole di Rocchi
“In un percorso di crescita ci saranno errori, ma ricordiamoci che un arbitro cresce anche con l’errore", ha raccontato Rocchi ai giornalisti presenti. Illustrando subito dopo i numeri degli arbitri italiani: "Sull’organico di 51 direttori di gara della CAN, ne abbiamo 44 che hanno arbitrato in Serie A, con un grande incremento dell’esperienza maturata in questa Stagione Sportiva. Avere i nostri arbitri che vanno all’estero e che rappresentano l’Italia deve essere un motivo di orgoglio per tutti. Questa è una delle nostre Nazionali, gli arbitri sulla divisa indossano infatti il logo della Federazione”.
“Abbiamo arbitri che dirigono alla stessa maniera partite di Serie A e di B – ha aggiunto Rocchi – Anche gli internazionali, quando arbitrano in Serie B, scendono in campo con la stessa concentrazione e con pari impegno. I numeri testimoniano tra le due categorie un grande equilibrio sia tecnico sia disciplinare. Il fatto poi che gli arbitri siano severi contro i gravi falli di giuoco, è una cosa che tutela gli stessi calciatori".
Rocchi ha inoltre mostrato alcuni filmati, con l'ausilio di Andrea Gervasoni, componente della CAN: si trattava di alcune azioni di gioco, valutate dal punto di vista dell'arbitro sotto il profilo tecnico e disciplinare, con l'obiettivo di spiegare alcune sfumature regolamentari ed i processi decisionali assunti in campo. “Il VAR ha portato ad una diminuzione degli errori dell’86% - ha dunque chiosato il Responsabile della CAN – Il percorso intrapreso è quello che tende ad una specializzazione sempre maggiore di questo ruolo, perché chi è davanti allo schermo deve ragionare in maniera diversa dal campo".
Nel periodo estivo, come prima Federazione in assoluto e con un percorso condiviso con FIFA e UEFA, sarà avviato un corso specifico. Gli arbitri che, dopo aver lasciato il campo, avranno determinate caratteristiche, saranno inseriti nel gruppo VAR attualmente composto da quattro elementi. L'obiettivo è qualificare il ruolo del Var.
Le parole del Presidente Trentalange
“L’arbitro è uno sportivo al pari di un calciatore. Bisogna lavorare sulla comunicazione e fare uno sforzo, tutti insieme, per far passare questo messaggio ed umanizzare la figura del direttore di gara”. Questo, il commento del Presidente dell’AIA Alfredo Trentalange in conferenza. Sul tema della violenza, Trentalange ha insistito a più riprese: "L’arbitro è una persona che in pochi attimi deve prendere delle decisioni assumendosene le responsabilità- Le telefonate di genitori che ci raccontano che i figli da quando hanno intrapreso questa attività sono meno impulsivi, vanno meglio a scuola, e sono più ordinati e disciplinati, rappresentano per noi puro ossigeno. Alla stessa maniera, però, sono terrificanti le chiamate che ci avvertono che giovani arbitri sono al Pronto Soccorso dopo aver subìto un’aggressione durante partite dei Campionati giovanili. Questo è un problema che deve riguardare tutti".
Il tema della violenza vede lo stesso Presidente dell’AIA coordinatore di un tavolo ad hoc istituito dalla Federazione: “Periodicamente riceviamo queste chiamate, statisticamente tre ogni fine settimana, che parlano di ragazzi di 16 o 17 anni che sono dovuti ricorrere alle cure dei medici. Questo è insopportabile. Il problema va risolto sul piano culturale".
Un'idea di cui si è discusso è il doppio tesseramento: “Un calciatore che diventa arbitro porta da noi cultura calcistica, e quando torna a giocare nella propria società porta letture regolamentari. In questa maniera l’arbitro non verrà più visto come un elemento estraneo e diverso, ma come un compagno di giuoco. Uno dei problemi del calcio è stato infatti quello che si è andati avanti a compartimenti stagni tra arbitri, calciatori, e giornalisti, c’è invece bisogno di confronto e di stare insieme". Infine, un passaggio su Rocchi: "E' al primo anno come designatore, e ha dimostrato grande coraggio puntando sui giovani. Non cambieremo questa linea che è assolutamente condivisa anche con la Federazione".