Al parco, in spiaggia, in oratorio, a scuola. Ovunque lo sguardo si perde a osservare i bambini rincorrere un pallone. Poi il coraggio, e il pudore, di avvicinarsi e sussurrare: “Posso giocare con voi?”. È la storia di chi per anni ha dovuto tenere duro tra allenamenti misti e la paura di essere giudicata per l’amore verso uno sport che nasce “dagli uomini per gli uomini”, ma che agli occhi di una bambina è e sempre sarà solo una passione.
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Perché se è vero che non esiste un’enciclopedia che includa l’aggettivo “maschile” nella definizione stessa di calcio, è altrettanto vero che l’essere umano non può prescindere dalla cornice in cui vive: crescere in una società che elogia il calcio senza mai parlare di donne altro non può se non condizionarne la mente. E se negli anni 90’ il calcio maschile vantava nomi del calibro di Maradona, Van Basten e Platini, il calcio femminile iniziava a compiere i suoi primi passi nella penombra: nessuna icona, nessuna grande storia da raccontare. Eppure, nessun muro è riuscito a soffocare una passione che, nell'anima del singolo, non conosce sesso. È così che Valentina Giacinti e Cristiana Girelli, non potendo certo sognare una Nazionale che non si conosceva né potendo riconoscersi nel talento di una donna, ammiravano i loro idoli Christian Vieri e Alessandro Del Piero.
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Oggi, però, il vento è cambiato. Le bambine possono identificarsi in icone e storie che calzano a pennello su di loro. Oggi è Valentina Giacinti a poter essere l’idolo di una bambina, è suo il volto che tappezza le pareti di una cameretta, è sua la storia a cui aspirano le bambine che sognano di vivere tirando calci a un pallone.
La crescita del calcio femminile, tanto sul campo quanto a livello mediatico, assume una forte valenza simbolica perché mostra alle bambine di poter realmente diventare ciò che desiderano, ne incoraggia l’immaginazione e l’espressione del proprio potenziale oltre ogni barriera e stereotipo. Nascono le strutture ad hoc in cui le bambine possono sentirsi libere di provare, sbagliare e crescere: di giocare il loro gioco. E cresce il numero di volti e storie di calciatrici che si sono battute con lealtà e coraggio, umiltà e sacrificio per prendersi un pezzo di mondo: a loro il compito di spingere le bambine a perseguire il sogno (ora tangibile) di diventare giocatrici.
GIACINTI E GIUGLIANO = GOL + ASSIST
“Sa che cosa facevo da bambina con le bambole? Prendevo la testa e la usavo come palla” (La Gazzetta dello Sport). Parole di Valentina Giacinti, specchio del percorso di vita che ha trasformato quel “maschiaccio” in un’attaccante simbolo del calcio italiano. Pilastro giallorosso, eroina azzurra, più di 300 reti a segno tra Serie A e Nazionale. Un fiuto innato per il gol e la generosità di chi sa che il gioco di squadra viene prima di qualsiasi premio. Anche dei tre titoli da capocannoniere della Serie A vinti negli anni.
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“Un record come quello dell’Olimpico credo sia il sogno di tutte le bambine” (Rivista Undici). Li conosce bene, i sogni, Manuela Giugliano, l’unico numero dieci ad aver giocato in quello stadio dopo Francesco Totti. Centrocampista offensivo della Roma nonché vicecapitano, la Giugliano si appassiona al calcio sin da piccola; inizia nelle giovanili miste, poi a 13 anni il trasferimento nella prima squadra femminile. Da lì una crescita continua che la porterà sino in Nazionale.
Giacinti e Giugliano, gol + assist. Sono loro i volti di una Roma che mercoledì 15 novembre alle 18:45 tornerà in Champions dopo aver centrato i quarti di finali al debutto sul palcoscenico internazionale e vinto il primo storico Scudetto. Ad aspettarle un girone ostico contro il Bayern Monaco di Lea Schüller, il Paris Saint Germain e l’Ajax: ma per le campionesse d’Italia i sogni non hanno limiti.
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BONMATÍ, KERR, CARMONA: I NUOVI IDOLI
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Se il panorama calcistico italiano, pur nel suo piccolo, può vantare volti ben riconoscibili, la Women’s Champions League diventa passerella di grandi icone e storie da raccontare. Martedì 14 novembre alle 21:00 il Barcellona dei Palloni d’Oro (e campionesse mondiali) Alexia Putellas e Aitana Bonmatí farà il suo debutto da campione in carica: regina del palcoscenico calcistico spagnolo, modello e punto di riferimento del calcio femminile internazionale, il Barcellona si fa incarnazione del sogno per antonomasia.
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Mercoledì 15 novembre alle 21:00, invece, gli occhi saranno puntati sul testa a testa di altre due icone del calcio femminile internazionale nel big match tra Real Madrid e Chelsea. Parliamo di Olga Carmona, difensore del club madrileño, vicecapitano della Nazionale spagnola nonché autrice del gol decisivo per la vittoria del primo Mondiale della Selección lo scorso agosto. E Samantha Kerr, l’attaccante australiana più influente di tutti i tempi: una macchina da gol vincitrice della Scarpa d’oro in 3 campionati nazionali diversi nonché prima donna della storia a guadagnarsi la copertina di FIFA 23 al fianco di Kylian Mbappé.
Perché sì, oggi gli idoli sono donne. E le bambine hanno vere storie a cui ispirarsi.
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