E' cambiato tutto il moundo. Non è un refuso, semmai è una crasi: il mondo di Mou, e cioè il contorno della Roma, è oggi diverso, più vero, più sofferente e però anche più vincente. Non c'è manifesto più bello, per José, della compattezza della sua squadra nella gara contro l'Atalanta: una volta sbloccata, a denti stretti la Roma l'ha portata a casa, fino all'esplosione del novantesimo.
Ora i giallorossi sono in stazione, l'obiettivo è fare ancora in tempo a prendere il treno Champions. Che partirà presto, sì, ma non è ancora così distante. Anzi: è lì a tre punti, in attesa della partita della Juventus contro lo Spezia.
Senza Mourinho sono arrivati sei punti
"Cosa mi ha detto il mister? Che in panchina no, non ci torna più. Senza di lui sono arrivati sei punti". Il sorriso è quello di Gianluca Mancini, a DAZN ha svelato le prime parole dell'allenatore portoghese negli spogliatoi per festeggiare la vittoria sull'Atalanta. "Mi ha detto che è contento, non ho preso giallo, non so neanche da quant'era che non accadeva". Ecco, Mou è questo, è la cura dei dettagli, in momenti in cui la differenza tra una stagione interlocutoria e un'altra importante passa esattamente dall'atteggiamento.
La Roma non avrà avuto un gioco strepitoso, ma ha sempre messo fisico, testa. Ha tenuto le linee strette e la testa sull'obiettivo. Per un allenatore, forse l'orgoglio più grande che si possa provare.
Il buffetto ad Abraham, trasformato
Il mattatore della serata è chiaramente Tammy Abraham. L'ha scelto Mou, se l'è coccolato quando non vedeva più la porta, se l'è goduto ancora stasera, al tredicesimo gol in Serie A TIM. Roma è pazza di Tammy e Tammy è pazzo di Roma: "Do tutto per questi tifosi", e ovviamente dà tutto per Mourinho.
Il rapporto tra i due? Speciale. Come racconta l'episodio riportato dal nostro Alessio De Giuseppe: durante un'intervista alla tv ufficiale, Abraham ha visto sfilare Mou e gli ha sorriso. Mou a sua volta gli ha dato un buffetto e se la rideva di gusto, toccandolo all'altezza dell'orecchio. Come un papà fiero, semplicemente.
Nell'altalena Roma, i giallorossi non sono mai stati così in alto: la spinta l'ha data il portoghese, anche da lontano. Ora è tempo di non fermarsi.