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Roma, Mancini: "Sapevamo di essere più forti"

Redazioe
Roma, Mancini: "Sapevamo di essere più forti"DAZN

Gianluca Mancini, difensore della Roma, ha parlato così dopo la vittoria sull'Inter.

Cosa ci dà la vittoria?

"Dopo la sconfitta con l'Atalanta, avevamo la consapevolezza di aver fatto la partita migliore della stagione. Il calcio è così. Abbiamo perso, ma sapevamo di potercela giocare. Abbiamo preso gol di Dzeko in fuorigioco, sapevamo di essere più forti. Ce lo sentivamo. E l'abbiamo dimostrato stando compatti, uniti, qui a San Siro si soffre contro una grande squadra. Ma facendo così si fanno risultati". 

"Siamo più forti"

"Il labiale? Come ho detto prima, in campo chi ha giocato a calcio si sente quest'emozioni, la consapevolezza che ci deve essere sempre, ma a volte non c'è. Ci sentivamo questo. Avevamo fatto gol con Paulo, l'1-1, e mi è venuto da dire così. Anche gli altri lo pensavano, ce lo siamo ripetuti, e la Roma è stata più forte". 

Una Roma più offensiva

"Non l'avevamo preparata come i primi 10-15 minuti, non siamo andati a prenderli alti, è un nostro limite e ce lo portiamo dietro da tempo. Ma non l'abbiamo preparata così, non dovevamo lasciare libero Acerbi di giocare. Foti ci richiamava. L'abbiamo fatto anche con l'Atalanta: dopo il gol abbiamo iniziato a pressarli, bisogna migliorare questo limite ma non dipende da mister o staff. La preparano così, siamo noi calciatori che andiamo in campo e bisogna migliorare, aggredendo le squadre. L'Inter ha trovato difficoltà quando l'abbiamo fatto, con la qualità potevano creare pericoli".

La formazione senza attaccanti

"Com'è nata l'idea? Dico la verità. Abbiamo lavorato, con le nazionali, non totalmente insieme. Ma solo venerdì insieme. Il mister ce l'aveva mascherato, oggi ha comunicato la formazione e l'abbiamo presa normalmente. Chi gioca qui, è un valore aggiunto per noi. Chi ha iniziato ha fatto benissimo, Tammy ci ha dato una mano e ha sfiorato il gol. Per raggiungere gli obiettivi serve una rosa forte, complimenti a tutta la squadra". 

Le palle inattive

"Lavoriamo anche su questo, ma le cose fondamentali sono chi le calcia e chi va a saltare. Avendo Chris, 195 cm, Ibanez, io, Cristante, Zaniolo, Abraham... Quando vai a saltare è difficile, così com'era difficile per noi difendere. Bisogna difendere alla morte per non concedere gol. Perdere con un gol così fa sempre male...".