Non l’avranno presa benissimo a Rosario che nella finale di quest’anno della Copa Sudamericana non ci sia neanche una squadra argentina a giocare per vincere.
Due anni fa, Defensa y Justicia e Lanus avevano giocato la finale di questa competizione proprio in questo stadio, ma le difficoltà del fútbol argentino hanno spalancato le porte ai club brasiliani, più ricchi, e a chi continua a progettare e programmare benissimo, come l’Independiente del Valle.
Il San Paolo vuole tornare grande
Sabato sera, queste due squadre proveranno a chiudere un cerchio nato in modo radicalmente diverso.
Il San Paolo ha la possibilità di mettere fine a un digiuno piuttosto lungo di titoli importanti. Il Tricolor non vince il Brasileirao dal 2008, ha vinto la Sudamericana nel 2012 (in finale contro il Tigre), mentre nel 2021 ha vinto il campionato statale (il Paulistao) dopo 16 anni, decisamente troppi.
Ad allenare i brasiliani è una leggenda proprio del club, visto che Rogerio Ceni è tornato a Morumbi per prendere il posto dell’esonerato Hernan Crespo.
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Dopo aver giocato qui 25 anni, dal 1990 al 2015, segnando da portiere 131 gol con i suoi celeberrimi calci da fermo, Rogerio Ceni sta cercando di raddrizzare un anno iniziato così così.
Dopo un po’ di difficoltà iniziali nel Paulistao, il San Paolo è riuscito a raggiungere la finale contro il Palmeiras, perdendo, mentre in Copa do Brasil è stato da poco eliminato dal Flamengo in semifinale.
Nel rettilineo finale del Brasileirao, il San Paolo si trova al decimo posto, lontano dalle posizioni di vertice e dalla Copa Libertadores, che potrebbe però essere raggiunta per l’edizione 2023 in caso di vittoria della finale di sabato sera.
Tra i possibili protagonisti della finale, anche due giocatori noti al pubblico italiano: gli ex interisti Miranda ed Eder, quest’ultimo anche ex nazionale azzurro.
L’IDV sogna il bis in tre anni
Quando si parla di calcio sudamericano, si parla principalmente di Brasile e Argentina, poi si pensa anche a Cile, Uruguay e Colombia, ma raramente si fa riferimento all’Ecuador.
L’Independiente del Valle ha una storia decisamente particolare, ma è la testimonianza che qualsiasi società calcistica può raggiungere risultati importanti attraverso il lavoro e la programmazione.
Appena 12 anni fa ha raggiunto per la prima volta la massima serie ecuadoriana, ma già nel 2016 è riuscito ad arrivare in finale di Copa Libertadores, perdendo contro l’Atletico Nacional di Medellin.
Nel 2019 ha vinto la Copa Sudamericana in finale contro il Colon, conquistando il primo titolo continentale di una squadra che ha sede in una città di appena 76mila abitanti, a mezz’ora dalla capitale Quito: Sangolquì.
All'interno del centro sportivo dedicato alle giovanili appare una scritta che dice: “Alcuni pensano che a calcio si giochi con i piedi, sono gli stessi che pensano che a scacchi si giochi con le mani”. È il motto che accoglie tutte le mattine più di 120 giocatori, seguitissimi in campo e fuori, anche negli studi scolastici.
Il percorso non può più essere definito di crescita, ma di stabilità perché nel 2021 ha vinto per la prima volta il campionato nazionale, si è di nuovo qualificato alla Copa Libertadores, chiudendo terzo nel girone alle spalle di Atletico Mineiro e Deportes Tolima e ritrovandosi così in Sudamericana.
Una competizione da subito trattata con il massimo impegno per scrivere una nuova pagina di storia.
Chi vincerà tra San Paolo e Independiente del Valle, raggiungerà Athletico Paranaense, Boca Juniors e Independiente a due vittorie nell'albo d'oro.