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Italia

Serve una nuova Italia per il Mondiale, ma cosa cambierà?

Serve una nuova Italia per il Mondiale, ma cosa cambierà?DAZN
Novità tattiche o di convocazioni? Proviamo a entrare nelle idee di Mancini, in attesa della resa dei conti

La verità è che c'è bisogno di una svolta. Per la Nazionale in generale, ma anche per qualche giocatore in particolare. L'Italia non è ancora al Mondiale: si giocherà tutto ai playoff. La serata di Belfast ha spalancato la porta ai fantasmi di quattro anni fa, quando a San Siro, contro la Svezia, tutto il Paese finì per vivere l'inevitabile. Stavolta sarà addirittura più difficile: il format dei nuovi playoff prevede una prima gara abbordabile e un'altra per nulla semplice. 

Difficile che l'Italia vista contro l'Irlanda del Nord abbia la forza di imporsi in un torneo thriller (e che può farsi horror) e inevitabilmente pesante per il trascorso azzurro. Nessuno vuole rivivere l'impotenza di quei tempi. Anche perché reggono poche giustificazioni davanti al secondo posto in un girone per nulla impossibile. 

Nessuna rivoluzione azzurra

Cosa migliorare? Oppure: cosa evitare? Le domande sono tante e le risposte le darà solo il campo, come sempre. Mancini ha quattro mesi per rimodellare la Nazionale a sua immagine e somiglianza: non solo per farla crescere dal punto di vista dell'autostima, ma anche sul piano tattico. Quell'Italia "giochista" che aveva ballato sugli avversari all'Europeo è scomparsa. Un po' per condizioni fisiche, un po' per certezze smarrite. 

Italia Euro2020

Ecco: e dove sono finite? Il CT anche per questo proverà a ridare smalto e sicurezza, a dare comunque continuità al lavoro di questi anni. Inutile dire che due partite gettate al vento non sanciscono la fine di un ciclo. Semmai, possono riportare alla base quella voglia di lottare che contraddistingueva l'undici azzurro fino a qualche settimana fa. Per questo non ci aspettiamo grosse rivoluzioni dal punto di vista tattico. Ma Mancini dovrà esser bravo a ridare serenità, e allo stesso tempo a pungolare. Finito il tempo della riconoscenza: il tonfo, nel caso, sarebbe pesantissimo e oscurerebbe un Europeo storico.

Mancini e gli "uomini nuovi"

Il gioco, nell'attesa, è capire cosa stia balenando proprio nella mente di Roberto Mancini. Il quale spera innanzitutto di ritrovare Leonardo Spinazzola, e già in discreta forma. Il fatto che l'Italia decida il proprio destino soltanto a metà marzo è l'unico aspetto positivo della debacle di novembre: ci sarà tempo per ragionare, riflettere, recuperare energie e in particolare giocatori. Giocatori determinanti. Come Spinazzola, appunto. Ma anche come Giorgio Chiellini, Marco Verratti e Ciro Immobile, fondamentali nel percorso Europeo. La Nazionale va in qualche modo restaurata: non tutto è perduto, però da settembre in pochi alcune macchie non sono state lavate. 

Serve pazienza, serve esperienza, e serve anche qualche elemento fresco per dare una spinta adrenalinica, comunque qualcosa di diverso. Mancini non ha tantissime opzioni, specialmente in attacco: ripescare il miglior Zaniolo diventa una priorità, ma anche Scamacca, Raspadori e Kean hanno bisogno di cambiare il proprio corso all'interno della Serie A TIM e di conseguenza in Nazionale. 

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Ah, poi ci sarebbe Lucca. Bomber di Serie B, ma l'unico con le qualità apparentemente efficaci per diventare il vero centravanti della Nazionale, Belotti e Immobile permettendo. Affidarsi al Mancio sembra cosa buona e giusta, ma il credito europeo non è infinito. E marzo sarà un all-in per tutti.