L'1 dicembre sarà un giorno speciale per Shevchenko. Nessun calendario dell'avvento. Il regalo sarà lì, pronto al primo giorno dell'ultimo mese dell'anno.
Al primo passo sull'erba di Marassi, Andriy sarà travolto dalle emozioni di un amore mai finito. Dalla sensazione unica nel ritorno negli anni più belli della sua carriera da calciatore.
Andriy cuore rossonero
L'allenatore del Genoa troverà senza dubbio uno stadio Ferraris pronto a stringerlo forte, perché la salvezza è un obiettivo che lui e il suo Genoa devono raggiungere a tutti i costri. Nel settore ospiti, però, Sheva troverà un'altra tifoseria pronta a salutarlo, a ricordargli che sì, dai cuori a tinte rossonere non se ne è mai andato per davvero.
L’usignolo di Kiev. Il vento dell'Est. Vento di Passione. Colui che evoca la musica di Mozart. Sono solo alcuni dei soprannomi dati a Sheva dai più noti telecronisti rossoneri nel corso degli anni. Autentiche dichiarazioni d'amore verso uno degli attaccanti che ha scritto le pagine più importanti della storia recente del Milan.
322 partite, 175 gol, e quel rigore all'Old Trafford nel 2003 in finale di Champions League, contro la Juventus, che regalò ai rossoneri la sesta coppa continentale.
Un legame così forte e duraturo che oggi, nel suo staff in Liguria alla sua prima da allenatore in un club, continua ad accompagnarlo: ad aiutarlo ci sono infatti due ex rossoneri, Mauro Tassotti e Andrea Maldera.
L'esperienza in Nazionale
Commissario Tecnico dell'Ucraina dal 2016 al 2021, è stato scelto dai nuovi proprietari americani dei rossoblu 777 Partners in un duello a distanza con Andrea Pirlo, suo ex compagno di squadra a Milano. E con la Nazionale, ironia della sorte, ha già giocato a Marassi, in occasione dell'amichevole del 10 ottobre 2018, finita 1-1.
Una scelta di peso internazionale, a livello di esperienza, effettuata per ottenere un repentino cambio nei risultati (per Ballardini è stato fatale il pari con l'Empoli). Anche se, va detto, con la sua nazionale Andriy ha ottenuto risultati a periodi alterni.
Dopo aver infatti fallito la qualificazione ai Mondiali di Russia nel 2018, Sheva si è tolto diversi sassolini nelle scarpe nell'ultimo Europeo, arrivando ai quarti di finale, miglior risultato di sempre per l'Ucraina.
Il problema più grande emerso in questo rapporto in chiaroscuro, però, è stato sicuramente il fatto che il tecnico non parlasse ucraino (nelle conferenze preferiva spesso l'inglese). Un aspetto non di poco conto che ha impedito di far nascere un vero e proprio rapporto d'amore con i tifosi, sentitisi poco rappresentati.
Il nuovo Genoa di Sheva
Come giocherà il Genoa del nuovo allenatore? Su quale assetto tattico lavererà Sheva nel tempo? I moduli finora più utilizzati dall'ucraino in carriera sono stati il 4-1-4-1 e il 4-3-3. La certezza, insomma, sembra essere la difesa con due centrali e due terzini. In controtendenza con gli ultimi anni del Genoa.
Da lì si svilupperà il gioco del nuovo corso. Rovella punto fermo e nevralgico del centrocampo, capitan Criscito che torna a pieno regime nel ruolo di terzino, occhio davanti alle scelte per tentare di far coesistere Destro e Caicedo. Pedine come Behrami e Badelj partono arretrati nelle gerarchie, salgono le quotazioni di Fares, Cambiaso ed Hernani.